I trasporti pubblici varesini sono certamente di buon livello. Le linee urbane arrivano capillarmente in tutte le castellane, i rioni, le frazioni con una frequenza che risponde alle esigenze di gran parte della popolazione. Anche le linee extraurbane hanno la loro importanza e completano l’offerta affiancando le linee ferroviarie che dall’inizio di quest’anno permettono di raggiungere non solo, ovviamente, Milano, ma anche Como, Lugano e Malpensa. I problemi tuttavia non mancano: i ritardi sono all’ordine del giorno così come gli affollamenti nelle ore di punta.
C’è tuttavia un altro tema di cui si parla poco, ma che è altrettanto importante della possibilità di uno spostamento rapido: è il tema delle fermate, dei punti di attesa sia per gli autobus, sia per i treni. La situazione è perlomeno disarmante. La fermata è nella grandissima maggioranza dei casi solo una palina con l’indicazione della linea e degli orari. Di una panchina per chi deve aspettare pochi o tanti minuti non v’è traccia in nessuna parte della città. L’unica eccezione, salvo errori, sembra quella della pensilina al bivio di Velate. Una costruzione semplice ed elegante, costruita ai tempi dei tram, acquisita dal Fondo per l’ambiente italiano ed il cui restauro è stato inaugurato meno di due anni fa. Realizzata all’inizio del Novecento quella realizzazione rappresenta un esempio non solo dello stile liberty in voga in quegli anni, ma anche dell’attenzione verso gli utenti che potevano aspettare il tram protetti dalla pioggia e seduti su di una semplice, ma confortevole panchina.
Usare il trasporto pubblico vuol dire infatti anche aspettare, pochi o tanti minuti, l’arrivo dell’autobus o del treno. E ad usare i mezzi pubblici non sono solo i giovani, ma anche i meno giovani per i quali stare in piedi non è certo una comodità. In molte città pensiline e banchine sono la normalità. Così come sta diventando normale che alla fermata vi sia anche l’indicazione elettronica dei tempi di attesa: così capita a Milano praticamente a tutte le fermate di tram e autobus.
A Varese tutto questo non c’è. Basta guadare la sgangherata pensilina alla stazione degli autobus di Piazzale Kennedy. I giovani si siedono sul marciapiede, ma gli anziani? Certo, c’è un progetto per rinnovare tutta la zona delle stazioni e quindi anche le fermate gli autobus, ma intanto un posto dove sedersi resta un sogno impossibile.
Ma giriamo per la città. Come mai nelle poche altre pensiline, pensiamo a quelle di via Sanvito Silvestro, non c’è una semplice, ma comoda panchina?
Uno spettacolo desolante lo si può vedere ogni giorno in corso Moro soprattutto in direzione stazioni dove passano praticamente tutti i bus urbani: persone sedute alle entrate dei negozi chiusi o addirittura su di un pavimento perennemente sporco.
È anche dalle piccole attenzioni che si può vedere la buona gestione delle cose pubbliche. E quindi se Varese vuole restare una città europea dovrebbe guardare anche all’insieme dei servizi e al decoro urbano.
You must be logged in to post a comment Login