Ah le vacanze, le vacanze! Diversamente da una peculiarità propria dei biscotti Pavesini, non è sempre l’ora delle vacanze, per fortuna.
Mai siamo rimasti carenti di utili consigli per le vacanze nonché di programmi per godere pienamente dell’immane fatica che ci aspetta dopo mesi di quotidiano travaglio: come tenersi in forma, cosa mangiare (sì ai cetrioli,no alle frittatine!), cosa bere, perché non fare jogging che, con le alte temperature, può essere mortale, e così via. Negli anni del boom economico, per le masse che avevano raggiunto un minimo benessere, la vacanza era sinonimo di mare, ombrellone, balere e, per i maschietti, di vibranti attese di poco lirici e leggiadri amplessi. Da allora non son più mancati i consigli. Ritornano le inquietanti domande: cosa fare, cosa portare con sé sulla spiaggia, magari sotto l’ombrellone. Le vacanze al mare ed i preparativi possono a volte somigliare allo scoppio di una rivoluzione, senza però il problema di cosa mettersi.
In ordine di importanza, sotto l’ombrellone e in spiaggia, dopo la settimana enigmistica e l’ Iphone, la musica, vengono le bibite e la frutta. Giustamente all’ultimo posto rimangono i libri. Del resto nessuno si sogna di portare sotto l’ombrellone cose di un certo gusto e peso come il brasato al barolo con polenta ed un bicchiere di Barbaresco, di Teroldego, di Nero d’Avola, con una bottiglia di grappa friulana, aromatica e fatta in casa. Cose di gusto, riservate alla mezza stagione, perlomeno.
Per leggere cose serie e di gusto occorrono il clima (da 19 a 24 gradi), l’ambiente, la serenità e tante piccole altre situazioni. Quindi parliamo del dopo vacanze e di libri ma i/le sadomaso come chi scrive potrebbero, con un gesto eroico, sfidare il bel tempo.
Secondo il giudizio di storici, docenti e non solo, Silvia Cavicchioli, dell’Università di Torino, con la biografia di Anita Garibaldi, “Anita”, edito da Einaudi, per la prima volta ha ricostruito la figura reale di Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva; una storia eroica ed avvincente la sua, fino alla fuga da Roma nel 1849 verso la tragica fine nelle valli di Comacchio. Segue un’acuta analisi sulla costruzione del mito. Un libro che necessita di frescura, incredibilmente ricco di note e documenti inediti che hanno stupito anche gli addetti ai lavori. Oggi Luigi Barzini non potrebbe più scrivere del mito Anita “Little more than a ghost”, venerata ancora oggi in Romagna come una madonna. Un saggio storico questo di Silvia Cavicchioli e anche di più perché il ritmo incalzante della scrittura affascina. Una pietra miliare.
Sempre di donne parliamo; donne straordinarie, eroiche, commoventi, per la fermezza, la coerenza, l’onestà; e sempre del passato, quel passato incredibilmente trascurato, il Risorgimento, che oggi trova ricercatrici e scrittrici che con grande scrupolosità ed arte vanno a ripescare figure femminili non secondarie, a volte volutamente oscurate per ragioni infami. La moglie di Francesco Crispi, Rose “Rosalia” Montmasson, savoiarda, unica donna che si imbarcò a Quarto coi Mille alla volta della Sicilia, è la protagonista di un avvincente romanzo storico, quello scritto da Maria Attanasio, “ La ragazza di Marsiglia “ edito da Sellerio. Stiratrice e lavandaia, Rosalia seguì Crispi in tutti gli esili, da Malta a Londra a Parigi, senza paura e senza riserve, mantenendolo pure. Mazziniana irriducibile, dopo vent’ anni di matrimonio la Montmasson fu ripudiata da Crispi grazie a meschini cavilli giuridici e da allora cancellata dalla cronaca e dalla Storia. Il potere di Crispi aveva potuto fare questo. Il romanzo, avvincente, lo si divora in poco tempo. Qualche personaggio “ inventato” come il segretario di Crispi, Alberto D, è in realtà un amato scrittore, quel Carlo Alberto Pisani Dossi, in arte Carlo Dossi, “ Scapigliato “ milanese, autore di uno dei diari piu’ freschi, ironici, divertenti mai letti: “Note azzurre” a cura di Dante Isella, editrice Adelphi, esilarante in molte delle oltre mille pagine (le note 4545 e 4595 sono imperdibili, motivo di tante passate censure).
Per fare un giretto anche a casa nostra, sempre parlando di donne e di salotti liberali e mazziniani, a Varese e dintorni, rimane sempre il lavoro della nostra Ivana Pederzani, “Dall’albero della libertà alla croce sabauda”. Politica, società e salotti a Varese dal 1796 al 1861. Sì, per leggere di altre donne dimenticate eppure così importanti: il salotto di Emilia Zeltner Morosini a Casbeno, di Mariannina Dandolo, di Lucia Prinetti Adamoli, amica di Garibaldi che soggiornò presso la sua casa nel 1862 prima di partire per l’Aspromonte. Forse per raccogliere fondi ed armi. Repubblicana e mazziniana irriducibile, fino alla fine.
W le donne.
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