Fischi al Tour per Chris Froome in abbondanza e accompagnati da cori di varia intensità ma sicuramente di critica.
Insomma in Francia non hanno ingoiato la pillola sull’incertezza della limpidità del giallo indossato dall’inglese a significare la vittoria nel Tour del 2017.
Un trattamento opposto, dunque, rispetto a quello riservato a Chris dai tifosi italiani durante l’ultimo Giro d’Italia quando la prova era stata accompagnata da buoni consensi al punto che subito dopo l’arrivo a Roma, Froome aveva addirittura ringraziato gli italiani con un “sono stati bravi”.
L’irascibilità dei francesi almeno quanto a ciclismo non è poi cosa nuova. Abbiano avuto modo di conoscerla quando anni addietro le due squadre italiane (allora le rappresentantive erano per nazione), lasciarono i Tour riportandosi in Italia la maglia gialla indossata da Fiorenzo Magni a seguito dei continui turbamenti dei tifosi locali a danno dei nostri.
Secondo logica la risposta alle critiche dovrebbe darla proprio l’interessato che quando saranno finite le vittorie del sempre più campione del mondo Peter Sagan e cambiati i tracciati Froome potrebbe mettersi in mostra ogni giorno per recuperare in stima.
Così, almeno, dovrebbe essere con possibilità di trasformare i fischi in applausi.
Dovrebbe fare, dunque, l’inglese quello che ha fatto al Giro d’Italia piantando tutto e tutti con una fuga decisiva di 83 km che pochi credevano potesse terminare, solo al traguardo.
Una fuga tipo treno rapido con ritmo mai diminuito anche per un solo metro e con una pedalata addirittura perfetta e migliorata rispetto alla sua tradizionale “svirgolata”.
Toccherà a Chris Froome convincere i francesi come ha convinto gli italiani.
Sempre che ci riesca.
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