È giusto che vi sia un forte controllo del territorio da parte degli agenti di polizia a tutela del corpo sociale e del decoro degli spazi urbani.
È confortante sapere, per esempio, dagli organi di informazione di domenica 15 luglio, che il giorno precedente sia avvenuto un doppio blitz della polizia di Stato e della polizia locale contro spaccio e degrado in Piazza della Repubblica a Varese. Questo è certamente positivo, ma è necessario agire in tutti i luoghi della città. Trovo quantomeno stupefacente che anche da questo giornale io abbia denunciato ad aprile di quest’anno con fotografie, al Sindaco e al Vicesindaco di Varese lo stato di completo degrado nei fine settimana in cui versa una rappresentativa strada del centro di Varese: via Cavallotti.
Denuncia che assolutamente non ha trovato risposta. L’incuria della stessa, infatti, si ripete quasi ogni fine settimana, tanto che tra gli altri s’è di nuovo occupato del problema il quotidiano locale La Prealpina. Mi chiedo ma da aprile a luglio, è possibile che non siano stati presi da parte del Comune provvedimenti per evitare che ciò accada?
Il Comune tramite un funzionario mi ha scritto inoltrandomi, come avevo chiesto, il Regolamento del decoro urbano.
Anche se è pesante farlo, metto per iscritto gli articoli che riguardano il problema evidenziato.
L’articolo 7, che antepongo agli altri avente un carattere programmatico generale dice:
“1. L’Amministrazione comunale persegue direttamente il fine pubblico di tutelare e rendere qualitativamente migliore l’immagine della città, preservandola da fenomeni di degrado, sia ambientali che sociali, attraverso anche la realizzazione di interventi di riqualificazione urbana degli spazi pubblici o di uso pubblico, che contemplano, tra gli altri: a) l’acquisto di elementi integrati di arredo urbano (fioriere, fontane, panchine, rastrelliere portabiciclette, cestini portarifiuti etc.) e relativa manutenzione; b) la pulitura, il ripristino e la sostituzione dei manufatti imbrattati o danneggiati da soggetti terzi.
L’Amministrazione comunale persegue il fine comune di garantire un’immagine complessivamente ordinata e decorosa di tutta la città anche attraverso la partecipazione e la collaborazione attiva dei proprietari, dei titolari di diritto reale o di personale godimento, nonché degli amministratori delle aree di uso comune di immobili e/o delle aree prospicienti le pubbliche vie, che sono pertanto invitati, anche mediante l’erogazione di contributi comunali di cui all’art. 8, a conseguire i seguenti obiettivi di qualità per il decoro urbano nell’interesse collettivo: a) la pulizia delle superfici degli edifici prospettanti la pubblica via, oggetto di graffiti e/o imbrattamento da parte di terzi, ed il relativo trattamento mediante utilizzo di materiali trasparenti atti ad impedire il tracciamento delle scritte e favorirne la pulizia (…)”.
All’Art. 2 è scritto: “1. Ferme restando le disposizioni contenute nelle leggi statali e/o regionali, nonché nei regolamenti comunali di igiene e di smaltimento rifiuti, a tutti i soggetti frequentatori di luoghi pubblici è fatto divieto di: a) imbrattare la pavimentazione di strade e piazze, l’arredo urbano, gli edifici pubblici e privati, le statue, i manufatti o la segnaletica, nonché i veicoli pubblici con scritte, disegni, graffiti o segni grafici di qualsiasi tipo, colore e dimensione, nonché danneggiarli e/o asportarli anche solo parzialmente; (…)”.
L’Art. 4 prescrive che: “1. I proprietari e/o i titolari di diritti reali di godimento delle aree private ad uso comune esterne ai fabbricati e visibili dalla pubblica via sono tenuti mantenerle in buono stato di ordine, decoro e pulizia, evitando il deposito nelle stesse di apparecchiature e/o attrezzature di vario genere in cattivo stato di manutenzione e/o comunque, il relativo stoccaggio per periodi
superiori a quelli strettamente necessari allo smaltimento.
esercizi commerciali, pubblici esercizi o luoghi comunque frequentati dal pubblico, devono
essere tenuti in perfette condizioni di ordine e pulizia; i proprietari o detentori a qualsiasi titolo di tali spazi sono tenuti alla rimozione di oggetti, scritte e affissioni o quant’altro possa
deturpare l’ambiente o costituire pregiudizio per la pubblica incolumità.
Ho così di nuovo scritto in Comune di Varese per sapere a quali uffici fossero state trasmesse le mie lettere, quali provvedimenti siano stati assunti per risolvere la situazione sulla base di quanto detto negli articoli citati del regolamento e in particolare le procedure di cui all’Art 16. Lo stesso stabilisce le conseguenze della trasgressione del regolamento e anche le modalità dell’intervento in via sostitutiva. Non è poca cosa.
Viene, infatti, detto in particolare da La Prealpina di cui ho scritto, che dopo le sere di venerdì e sabato, lo scenario che si apre le mattine successive è quasi apocalittico: sporcizia ovunque, vetri rotti, bottiglie vuote lanciate anche negli androni delle case, sigarette, urina, vomito.
Con la lettera del 4 aprile a mia firma, scrivevo come io avessi letto il regolamento che mi era stato mandato. A proposito ho scritto: – Qual è il locale che deve provvedere alla pulizia di una strada sporca nel caso in cui vi siano più locali nella stessa ovvero ve ne siano, anche, nelle adiacenze? – Nel caso specifico: è stato accertato il caso da me evidenziato con le fotografie da me inviate in aprile? – Sono state emesse contravvenzioni?
-Chi ha provveduto in seguito alla pulizia della strada?
Ho chiesto poi: – Quante volte avviene il controllo da parte della Polizia urbana delle strade del Centro varesino? Adesso che c’è il Vigile di quartiere: Il Vigile dedicato, ha incontrato delle situazioni similari a quelle di cui alla presente?
Aspetto che vengano presi dal Comune interventi risolutivi anche chiedendo aiuto alla polizia di Stato emettendo le dovute sanzioni.
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