Saranno pure passati più di 70 anni dal referendum che depose la Monarchia ed esiliò Casa Savoia istituendo l’attuale Repubblica, sia pure dai controversi natali, ma a noi italiani, evidentemente la nobiltà manca da morire.
Peccato che da recente siamo passati dal Conte Gentiloni Silverj al conte Tacchia; essì, perché , diciamola tutta, il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non solo è privo di scheletro proprio, e quindi di spina dorsale, ma anche dell’esoscheletro giallo verde con il quale si è presentato al Paese ed alla comunità delle Nazioni, europee e non.
E quindi, un po’ per le energiche tirate di giacchetta del Colle, un po’ per salvare la faccia, ormai passa le giornate a mettere sostegni , cioè “tacchie” alle traballanti iniziative dei suoi azionisti di riferimento.
Giorni fa lo sbarco dei migranti, ammutinati e aggressivamente rivoltosi a giorni alterni, e poi la “grande vittoria” di aver ordinato lo sbarco di 450 immigrati irregolari, non saprei come altro chiamarli, da due navi militari italiane che, non solo gli sono andate incontro , ma invece di riportarli subito in Libia si sono messe a sciabordare al limite delle nostre acque territoriali in attesa di istruzioni.
Tutto ciò mi fa venire alla memoria una vecchia barzelletta che grosso modo diceva: “Sai perché gli italiani non vincono le guerre? Perché invece di eseguire l’ordine aspettano il contrordine”!
Ma di quali brillanti risultati stiamo parlando? Intanto 450 sono sbarcati; poi, a spese nostre, ne manderemo 50 a Malta e 50 in Francia (forse); qualcuno altro da qualche altra parte.
E se tutti i presunti coobbligati europei ne chiedessero 50 ciascuno dove andremmo a prenderli? Da quelli che abbiamo già in casa?
Forse sarò un incorreggibile fan di Totò, ma viene spontanea la battuta del Principe De Curtis, tanto per restare in tema di nobiltà: “Ma mi faccia il piacere”!
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