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Noterelle

VITA MISTERIOSA

EMILIO CORBETTA - 13/07/2018

vita“Che cosa hai in mente?”: mi chiede la pagina bianca del “tablet”. In un altro programma mi chiede: “Cosa stai pensando?” Domande che vengono poste per invitarci a metter giù concetti. È un po’ una tentazione e talvolta si scrivono orrende stupidaggini. Considerando bene il nostro intimo, gli interrogativi che ci poniamo sono molto spesso anche profondi. Cosa “cavolo” siamo qui a fare? – ad esempio.

In un momento di sosta, di riposo, di silenzio capita di sentire dentro di noi il ripetersi di questa domanda. Leopardi aveva davanti una siepe con dietro l’infinito che gli ha ispirato versi sconvolgenti e sublimi. La tecnologia è riuscita a trasformare la siepe in un piccolo schermo luminoso. Che avrebbe cantato il poeta in queste condizioni? Ma pensiamo a noi, entriamo nello schermo: ci siamo ritrovati nella vita, nell’esistere. Ci siamo ritrovati nei bisogni ma ugualmente nei doni della vita, circondati da altri uomini tutti presi da questo “stare” in una realtà bellissima, ma anche ricca di dolori. Tutto è iniziato improvvisamente, va avanti coinvolgendoci e stupendoci, vedendo altri che arrivano, altri che se ne vanno.

Vita misteriosa: è un esistere in un disegno misterioso che cerchiamo di scoprire nel suo significato. Alcuni affermano di conoscerlo e si dichiarano capaci di guidarci a viverlo. Altri cercano la risposta studiando continuamente la realtà in tutti i suoi aspetti, con i suoi elementi, i suoi esseri, noi compresi, che facciamo parte di questa vita. Affascinati, dolenti, felici, terrorizzati in continua ricerca di questo cammino. Ridendo, piangendo, studiando, pregando, lavorando, aggredendo, curando, odiando, amando, cacciando, coltivando, godendo, soffrendo, uccidendo, procreando sconvolti o sereni in questo appunto “mistero”: voluto o che ci è stato imposto? Da chi? Da un evento statistico o da un disegno di qualcuno sopra di noi? Su questo pianeta molto particolare, con condizioni di gas e umidità favorevoli per cui ad un certo momento del suo ruotare è comparsa la vita.

Ci sono stati dati anni di vita, ma ci ritroviamo nelle stesse condizioni di quando giovani ci siamo resi conto di vivere e che tutto questo avrebbe potuto terminare. Vivere un presente continuo di istanti ripetuti che crediamo di dominare, ma che invece ci dominano. Istanti a cui tanto ci aggrappiamo, arrivati dal “caso” per gli atei o da Colui che ci ha creato, per chi crede. Concetto appena detto, ma noi sentiamo il bisogno di ripetercelo continuamente, specialmente di fronte alla volatilità di questi istanti.

Ad alcuni la vita sembra una retta monotona e orizzontale: un monotono andare da destra a sinistra, sempre uniforme ad un’altezza costante. Qualcuno la vede descritta da una linea a forma di campana di Gaus: una linea che inizia nello spazio, s’innalza progressivamente in modo armonioso, raggiunge un apice e poi ridiscende terminando poco in là, ma sul piano d’inizio. Qualche altro vede una serie di segmenti seghettati, uniti tra di loro, ma uno diretto in su, un altro in giù, un altro orizzontale. Altri la vedono descritta da una linea che iperbolicamente va sempre più verso l’alto, va su, su e termina in un trionfo vertiginoso. Il sogno di molti profondamente ottimisti.

La vita sintetizzata da fasci di linee che vanno in tutte le direzioni, con percorsi diversi, che iniziano, vanno unite, si scontrano, si intrecciano, si avvolgono, disegnano fiori, lacrime, grondano sudore. Linee che vanno, poi s’interrompono e forse a questo punto capiscono chi le disegna e chi le ha disegnate.

Vita fatta di mazzi di linee interrotte, ma anche da tanti inizi, originati dalle linee stesse, con tanti rami. La mente dell’uomo spesso, molto spesso usa le linee creando il disegno di un albero per descrivere una genealogia. La vita diventa come un bosco, una foresta, una sinfonia di alberi. Si, va bene! Ma dentro quel bosco io dove sono? Cosa faccio? Cosa ho fatto? Mi sono unito ad un’altra vita per ramificare la mia vita, la nostra vita? La mia linea per dare altre linee? È questo il significato del nostro andare?

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