Vicini e lontani viene da dire pensando alle somme spese dai cittadini ticinesi e svizzeri tra il 2002 e il 2016 nella città giardino. A dirlo sono le cifre percentuali dell’osservatorio regionale del turismo e dell’attrattività di PolisLombardia.
Nonostante la contiguità stradale (ora anche ferroviaria) con molti valichi di confine grandi e piccoli disseminati sul territorio, Varese non attrae più di tanto. La classifica regionale dice infatti che negli incassi annuali da clientela estera galleggia al quarto posto con un dignitoso 7, 8% del totale, alle spalle di Milano che fa ovviamente la parte del leone (53, 2%), di Como (16%), di Brescia (10, 4%) e della bellissima Bergamo relegata a un modesto 3, 9%. Secondo le statistiche i maggiori flussi di denaro provengono soprattutto dagli svizzeri (un miliardo e 112 milioni nel 2016) e appare evidente come la contiguità geografica non incida in maniera significativa sulle fortune commerciali della nostra città.
Le ragioni di questa stagnazione sono molteplici: prima di tutto il boom della grande distribuzione in tutti i settori merceologici; la scomparsa di prodotti simbolo di un territorio tipo, come un tempo, le scarpe del mitico Calzaturificio di Varese; l’avvento del commercio on line e via elencando.
Varese soffre però anche di carenze strutturali rimaste sempre inevase nel corso degli ultimi decenni. Cominciamo per esempio col dire che arrivare in centro dai valichi di confine a Nord Est del capoluogo non è mai stato agevole.
Solo da meno di una decina d’anni la situazione è un po’ migliorata con la tanto controversa costruzione della tangenzialina lungo l’Olona. Questa arteria permette un accesso abbastanza agevole alla città perché consente di evitare le storiche forche caudine di un viale Belforte perennemente intasato. Se questo è vero è però altrettanto vero che una volta approdato in zona stazione Nord, l’ipotetico turista acquirente non trova valide e sicure possibilità di sosta ed è, suo malgrado, costretto a cercare approdo addirittura nell’enorme parcheggio di Piazza Repubblica contribuendo così ad intasare e inquinare ulteriormente il centro cittadino.
Servirebbe in realtà ai margini di Biumo Inferiore (ci sono aree dismesse in via Carcano) un multipiano come quello in costruzione in via Sempione che avrà il pregio, una volta ultimato, di essere sul limitare del centro storico senza tuttavia appesantirne ulteriormente il carico veicolare: vi si accederà e si uscirà non da via Staurenghi. Da una struttura di sosta similare trarrebbe sicuro beneficio l’intera Castellanza che possiede una sua precisa identità storica, sociale e commerciale, oggi in parte sbiadita, ma da rivalutare al più presto. Adeguatamente servita, Biumo potrebbe diventare un utile punto di passaggio pedonale, se non addirittura una interessante anticipazione del centro storico col quale è ben raccordata attraverso via Dandolo meritevole peraltro di migliori cure. Pur non sciogliendo alla radice il nodo dei parcheggi, anche l’ormai prossimo rifacimento dell’area stazioni contribuirà a rendere più appetibile e fruibile questa fetta di città diventata negli anni sempre più sciatta e inospitale. Se l’uso della ferrovia Varese – Mendrisio risulterà una scelta conveniente, in termini di puntualità dei convogli e comfort della stazione, è probabile che una gita shopping a Varese abbia qualche probabilità in più di diventare concorrenziale rispetto a quella più tradizionale a Como, città oggi facilmente raggiungibile dai ticinesi sia in treno sia in auto. La città giardino per essere concorrenziale deve al più presto accelerare in direzione del bello, del pulito, dell’accogliente, del funzionale.
Diversamente la clientela d’oltre confine troverà sempre preferibile fermarsi all’Iper, fortezza ipertrofica dei consumi, piuttosto che affrontare le contorsioni viabilistiche del centro di Varese per raggiungere la zona pedonale.
You must be logged in to post a comment Login