Da molto tempo l’amico Luigi Tagliabue mi invitava a fargli visita in quel di Carugo, nell’alta Brianza, per mostrarmi due luoghi a cui tiene moltissimo: la riserva naturale Fontana del Guercio ed il museo realizzato dalla Associazione “Museo nel 900”.
Finalmente sabato 23 giugno mi sono preso mezza giornata di tempo ed ho così raggiunto l’amico Gigi a Carugo.
Prima di pranzo abbiamo passeggiato all’interno della riserva naturale, nella quale sgorgano 14 diverse sorgenti, note fin dall’antichità e da cui si originano piccoli corsi d’acqua. La cosa che val la pena raccontare è che negli anni settanta questo posto incantevole, formato da boschi, prati e corsi d’acqua, era stato in buona parte occupato da una discarica di rifiuti industriali. Nel 1974 un gruppo di giovani del paese, dei quali faceva parte anche Gigi, così come suo fratello Mario, che più tardi sarebbe diventato sindaco di Carugo, decise di bonificare la zona, ripulendola da tutti i rifiuti, risistemando i sentieri e le fonti e riportando così il parco alla sua originale bellezza.
Il legame tra quei giovani, ora anziani, ed il parco Fontana del Guercio, non si è mai allentato ed in tutti questi decenni esso ha rappresentato un luogo di ricreazione per gli amanti della natura, tra i quali il mio amico Gigi.
Nel pomeriggio dopo il pranzo Gigi mi ha condotto invece alla scoperta del museo: all’interno di un capannone industriale sono stati radunati da Gigi e dai suoi amici della Associazione “Museo nel 900” una gran quantità di oggetti, grandi e piccoli, che documentano la vita ed il lavoro che si svolgevano a Carugo nel passato; per molti dei pezzi esposti, i promotori del museo hanno dovuto realizzare un paziente lavoro di restauro, come nel caso di un bellissimo baldacchino da processione in legno intarsiato, che stava per finire in discarica per decisione di un ecclesiastico del paese.
Il museo è articolato in più sezioni: una che riguarda la vita contadina ed il lavoro agricolo, un’altra la produzione di mobili e l’artigianato dell’intarsio del legno, una altra ancora la produzione della seta e l’industria tessile; all’interno del museo sono stati ricostruiti anche alcuni ambienti della vecchia Carugo, come per esempio la scuola, c’è anche una sezione dedicata al culto religioso. Oltre agli oggetti esposti, il museo dispone anche di utilissime e geniali installazioni multimediali, realizzate da un gruppo di giovani ingegneri.
Per Gigi il museo rappresenta quasi un figlio, al quale dedica molta parte del suo tempo.
Sono tornato a casa contento ed edificato da quanto ho potuto vedere ed ho compreso il motivo per il quale Gigi insisteva tanto affinché potessi visitare i suoi due amati luoghi, il parco ed il museo.
Prendersi cura gratuitamente di qualcosa che potrebbe anche non riguardaci, ma che invece diventa nostro, rappresenta una realizzazione dell’umano ed insieme un contributo formidabile al bene comune.
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