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Noterelle

MATTONI E MEDICI

EMILIO CORBETTA - 29/06/2018

ospedaleHo un caro amico abbastanza simpatico ma che ha un grosso difetto: crede che i suoi pensieri siano i più originali, i più ricchi di saggezza, di cultura e di sapienza, per cui è convinto di avere in mano la chiave per risolvere quasi tutti i problemi della nostra realtà; di conseguenza sente il dovere di salire in cattedra per diffondere o imporre le sue idee.

La situazione non è come lui crede : in effetti non riesce a volare più in alto dell’usuale livello di pensiero della maggioranza. Questo non significa che abbia pensieri banali perché conformi a quelli degli altri. La “vox populi” ha spesso un buon senso profondo, che purtroppo viene sottovalutato da chi invece dovrebbe considerarlo. Constatiamo pure che la maggioranza ha una pazienza infinita e sopporta l’emarginazione, l’essere ignorata. Lui di pazienza ne ha un po’ meno, per cui prende il Personal Computer e manda in giro le sue pensate a giornali, a social e altro.

In questo momento è focalizzato sulla sanità, dove ha scoperto un sacco di contraddizioni (ma lo sappiamo tutti che ci sono). Per esempio è arrabbiato perché sembra che i responsabili della sanità Lombarda siano convinti che la salute la si curi con i mattoni e non con medici ed infermieri ben preparati, per cui investono in ospedali nuovi mentre cercano di risparmiare sul personale. I lombardi vengono curati meglio in nuovi moderni edifici, tecnologicamente sofisticati, quindi più razionali, dove c’è risparmio di personale, ottimizzazione degli spazi, più  facile applicazione delle norme igieniche, più facile osservare i pazienti ed altro!

Non è vero, obietta il mio amico, perché in un ospedale di sua conoscenza tutto questo non è avvenuto, anzi … Gli infermieri si  sono ritrovati in corridoi più lunghi da percorrere, sprechi di luci e di spazi, difficoltà a seguire i pazienti costretti in camerette più anguste anche per colpa di letti tecnologicamente migliori, ma più voluminosi. Servizi igienici più riservati, ma molto simili a quelli di un camper, difetti nell’idraulica dell’acqua calda, aria condizionata mal distribuita, ed altro.

Lui dice poi che c’è il problema del personale che si da fare tantissimo, ma che andrebbe meglio seguito, meglio organizzato, più motivato, specialmente quello non italiano, facendolo più conscio del suo valore, della grande azione che svolge sul benessere dei pazienti. Ma questo discorso lo rivolge anche ai medici … Ecco, questo mio amico è un padreterno che ha anche da dir la sua sul fatto che abbiamo due medicine: una pubblica e una privata. Qualche decennio fa la privata venne penalizzata perché si voleva una medicina solo pubblica, poi le fu ridato spazio e qualcuno sostenne che la privata, messa in concorrenza con la pubblica, l’avrebbe maggiormente stimolata ad essere più efficiente.

Il mio amico sospetta che la privata in certi momenti abbia avuto davanti a lei tappeti rossi che ne facilitarono lo sviluppo, mentre la pubblica, costretta a sostenere specialità molto costose, a fare insegnamento e ricerca scientifica, non riceveva l’aiuto adeguato.

E poi la burocrazia! Come si fa ad obbligare personale medico e paramedico a passare ore sulla carta e non a contatto con i pazienti? Perché questa tortura di cui si fatica a comprendere il significato? Perché sotto sotto siamo un popolo di masochisti?

E gli sprechi della sanità? E le liste d’attesa? Tutto solo per favorire la medicina privata? Poi la privata può realizzare denaro contante mentre la pubblica si ritrova preclusa da certe attività. Potrebbe ricevere soldi almeno dalla attività libero professionale intramoenia dei singoli specialisti, ma qualcosa la burocrazia ha escogitato anche riguardo a questo ed è riuscita a mettere ostacoli. Ora pare che la stessa attività libero professionale possa essere utilizzata per ridurre la liste d’attesa.

E il problema dei cronici? Hanno fatto una riforma per la loro cura, prendendo esempio da altre regioni, ma sembra un carrozzone destinato ad aumentare il giro burocratico. Poi il mio amico ha una grande preoccupazione: certe decisioni terapeutiche vengono prese in funzione del costo per curare il paziente più che per le esigenze dalla sua persona, della qualità della sua vita.

Poi ci sono le case di riposo: sono trasformate in case di cura per pazienti cronici che ovviamente non possono essere lasciati ad occupare letti ospedalieri dedicati a altre necessità. Ma la grandissima maggioranza di queste strutture sono private e non pubbliche. Sono organizzate nei regolamenti delle “fondazioni” ed hanno modi particolari d’essere gestite.

Accidenti! Se mi ascoltassero, mormora fra sè e sè il mio amico, tutto questo sarebbe risolto! Ma i problemi sono più complessi e lui è incapace di dialogare con gli altri. Poi improvvisamente un ripensamento: che io non sappia trovare le parole giuste?

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