Tra un alternarsi di dubbi (tanti) e di speranze (poche) l’ippica – almeno temporaneamente – si rianima. È forse, questo il termine più indicato per puntualizzare il momento: quello dell’uscita dalla rianimazione.
Non si parli, però, di guarigione. Oggi per diagnosticare un almeno accettabile stato di salute occorrerebbero miracoli che, al momento, non danno la minima possibilità di essere neppure ipotizzati. Si continua, dunque, nell’incertezza a livello nazionale in attesa di eventuali ulteriori sviluppi positivi che non possono che identificarsi in interventi statali.
Stando ai fatti di casa nostra la riunione dell’anno in corso dovrebbero (il condizionale, purtroppo, continua a rimanere d’obbligo) articolarsi su quarantuno giornate fissate, per il primo periodo, di lunedì per passare, poi, alle bisettimanali (martedì e sabato). Salvo imprevisti – per ora non ipotizzabili – rimarrà tutto come prima e cioè si continuerà solo con il galoppo essendo, al momento, rientrata la possibilità di spostamento del trotto milanese alle bettole. L’operazione, infatti, cara alla presidenza della “Varesina” risulta non sia gradita all’amministrazione milanese che – sindaco Pisapia in testa- parrebbe contraria a dar l’addio all’attività dei trottatori.
Ovvio che, così stando le cose, almeno per il momento, non potrà verificarsi l’ipotizzato sfratto dei purosangue dalle Scuderie Olona a Caravate sfratto ostacolato, tra l’altro, anche dal fatto che – a detta degli operatori ippici che curano i cavalli attualmente presenti nei box nelle vicinanze dell’ippodromo – il centro di Caravate – così com’è ora strutturato – non sarebbe in grado di funzionare.
Va, di conseguenza, messa in disparte l’appetita (sempre dalla Presidenza della Varesina a quel che si dice) destinazione del terreno su cui attualmente sorgono le Scuderie Olona all’edificazione di immobili privati con l’eliminazione delle Scuderie stesse.
Mancando, infatti, “Ligresti” pare che manchino anche “li soldi”.
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