Perché Salvini tira tanto la corda? Infila uno slogan barricadiero dopo l’altro? Cerca la fama di cattivista compiacendosene? Perché guarda al calcolo elettorale. Parla al ventre molle del popolo, tocca le corde dell’inconscio rabbioso/egoistico, i sondaggi gli danno ragione. E questo, solo questo, conta ai suoi occhi. Salire nel consenso, prevalere sul sodale di governo, tenerlo per gli zebedei. Di Maio subisce, arretra, s’inchina. L’hanno eletto milioni di ex votanti della sinistra e ora è costretto a sposare una politica di destra, vedi l’idea d’annullare la riforma Monti sulla liberalizzazione delle aperture dei negozi: se scarta, Salvini il bomber (ogni azione un gol, ormai da settimane) gli piazza l’immediata crisi di governo e lo trascina alle urne. Dalle quali i Cinquestelle uscirebbero tosati, la Lega ingrassata da un budget di suffragi doppio rispetto a quello del 4 marzo, il centrodestra con una maggioranza prevedibilmente superiore al quaranta per cento. Cioè in grado di prendersi Palazzo Chigi e tutto il resto.
Questa è la leva che arma il ministro degl’Interni. È più abile e spregiudicato del partner-rivale, gli ruba ogni giorno la scena, trova argomenti di largo impatto, li tratta nel modo più semplice/demagogico possibile. E fa ascolto. Rischia molto, conscio di rischiare. Una gaffe o un accidente possono costargli cari, come poteva accadere per l’ipotizzato censimento dei rom. Ma chi sta al tavolo del poker deve prendersi i suoi azzardi. Finora a Salvini è andata bene, benone, benissimo. Fino a quando?
Mah. Potrebbe durare. Gli avversari latitano. L’opposizione di sinistra ha voce flebile, scontata, quasi sommessa. Martina non è Renzi, la sua presa popolare appare nulla. Renzi sa, al modo di Salvini, come si carezza l’audience. Ma tiene sulle spalle anni d’immeritato discredito, e ne paga il gravoso prezzo. Per il resto, l’orizzonte offre la nullità totale. Né si pensi che Berlusconi, l’oppositore di destra dell’esecutivo gialloverde, stia lì pronto a far fuori Salvini. S’intravede e s’annunzia l’esatto contrario. A Berlusconi piace/conviene il Salvini sfasciacarrozze, radicale, estremista che prepara le basi per affondare l’M5S alla prima occasione utile. La si pronostica alla fine dell’anno, allorché saremo a pochi mesi dalle elezioni europee. Un siluro sparato al momento giusto potrebbe affondare la nave del millantato comandante Conte e affiancare alla consultazione per Strasburgo quella per Roma. Eccola la partita vera del capitano Salvini e della sua squadra. Berlusconi è pronto a candidarsi, e insieme alla Meloni a recare in dote al leader il necessario per dare cappotto ai nemici. Ne sarà ben ripagato.
In tal modo si ragiona dietro le quinte. Direte che la facciamo troppo cinica. No, la facciamo solo realistica. Certo, si dovrebbe argomentare che è inaudito posporre qualunque riflessione morale/etica/civile a simili discorsi di bassa utilità bottegaia. Ma non altri sono i fatti, e le opinioni che li contestano -per quanto doverose e condivisibili- lasciano il tempo che trovano. Altrimenti avremmo sentito, nei giorni scorsi, ben diversi interventi, soprattutto puntati su misericordia, spirito caritatevole, pietà. Un umanesimo tanto normale quanto sconosciuto alle masse “social”, e ritenuto non meritevole di toste azioni politico-mediatiche di sostegno. Prendiamone atto: oltre mezz’Italia ha i governanti che vuole. L’altra quasi metà si attrezzi per una resistenza non solo orgogliosa. Anche efficace, se possibile.
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