“…Ai santi che sono a Efeso credenti in Cristo Gesù ….” Parole dalla prima fase della lettera agli Efesini.
Ai nostri giorni dove sono i santi? Nei primi anni di questo XXI secolo dopo Cristo, dove sono i santi e ce ne sono? E chi sono i “santi” a cui ancora ai nostri giorni sembra rivolgersi San Paolo? In effetti il contenuto di questa lettera può essere valido anche per un uomo che deve attraversare il nostro tempo.
Il termine “santo“, usato da questo uomo che scrive 2000 anni fa, non si riferisce a figure analoghe a quelle che veneriamo noi oggi sugli altari ed a cui chiediamo di intercedere per noi, ma si riferisce a suoi contemporanei, vivi e vegeti in una splendida cittadina sulle rive dell’Egeo, ricca di benessere, di intelligenza, di cultura. Cultura diversa però da quella dei santi di Paolo, che avevano una fede scaturita da una rivelazione dirompente annunciata pochi anni prima. Una fede uscita dal filone della religione ebraica, che aveva e credeva in un solo Dio, ma che subiva tantissimo il fascino degli dei pagani degli altri popoli. Nello stesso tempo la gente ebrea si sentiva sempre chiamata a venerare questo Dio, geloso del suo popolo che però riduceva la sua figura divina a quella del giudice severo che esigeva il rispetto della legge rivelata. Cose che tutti sappiamo!
Orbene ripeto: se quella lettera ha valore ancora adesso, dove sono i santi dei nostri giorni? Ce ne sono? E se ci sono dove li posso trovare? Viviamo in mezzo a molte persone che credono ancora negli dei pagani, definibili con i termini di economicismo, liberismo, consumismo e molti altri tutti terminanti in “…ismo”. Più difficile trovare i santi che non credono in quelle cose lì appena accennate, ma credono invece nel Dio unico che sprigiona “amore”, che proclama una religione fondata sull’amore. Un Dio misericordioso e non giudice.
Penso di non vederli perché non è facile avere una fede come dovrebbero averla i santi? Non ci sono perché non è facile credere in un Dio che chiede una continua ricerca di lui, ma che non si fa mai trovare? E non può essere che per trovarlo si debba morire? Può essere così? che in noi sia innata la ricerca di un essere superiore ma che non Lo possiamo mai trovare in vita, ma solo dopo morti? È dura!
Difficile trovare i santi anche perché siamo circondati da una miriade di falsi profeti. Difficilissimo evitarli e scartarli in quanto tali: loro sono veramente capaci di sembrare concreti annunciatori della verità. Attualmente i falsi profeti raramente hanno le vesti del religioso, anzi! Ai nostri atei giorni sarebbe facile scartarli perché la religione non ha più l’importanza di un tempo, avendo perso molto richiamo e fascino. Si potrebbe dire che “essere religiosi” non è più di moda, per cui l’astuto falso profeta cavalca altre idee, altri temi. Preferisce proclamare credenze in ambito economico, in ambito politico, arriva addirittura a creare confusioni in ambito scientifico, per esempio negando valore alle vaccinazioni. Il falso profeta sa creare false verità diffondendole col “passa parola”, enfatizzato dall’uso dei così detti “social”, come fanno anche capi di governo..
Non si presentano gridando “Io sono il Messia”. Si adeguano alle caratteristiche ed ai difetti dei futuri fedeli e annunciano il loro “indorato” vangelo che si appoggia a seducenti idealismi, a facili emozioni. Ma come capire dove è il falso? In lui non c’è il linguaggio dell’amore che è una virtù, una disciplina non facile da essere vissuta.
Sperimentiamo tutti i giorni profeti, più o meno falsi, urlanti logorroici discorsi in cui sanno mascherare ignoranza e balordaggine proclamandole vere. Dicono, ma dietro le loro affermazioni non c’è il supporto di saggezza, d’esperienza, di studio. Fraseggiano dicendo “È così …” e non “È così perché … ” e il discorso prosegue senza portare valori e prove a sostegno del loro argomentare se non, sempre molto spesso, con fake news come ora si usa definire “le balle”.
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