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Cara Varese

IL BILURDUN

PIERFAUSTO VEDANI - 15/06/2018

furiaQuando alle 17, 45 di venerdì 15 giugno a Villa Recalcati, presente una folla di amici ed estimatori di Salvatore Furia – il siciliano autodidatta che ha svelato molti misteri del cielo a noi varesini e a legioni di italiani – il collega Gianni Spartà, biografo di celebri bosini di nascita o adottivi, presenterà “Pensieri positivi”, il libro che egli a Furia ha dedicato con tanto affetto ed esemplare cura, queste note non saranno ancora on line e così non sarà stato svelato un piccolo mistero. Infatti Salvatore non era solo un cacciatore di stelle che, giovanissimo, già scrutava il cielo catanese facendosi appendere per i piedi, sì, proprio testa all’ingiù, in precipizi ”etnei” perché “la vista capovolta della celeste volta nell’insieme e nel particolare era più precisa e affidabile”, ma anche l ‘ambiente, gli animali, il verde, le acque, insomma tutto quanto è natura ed ecologia lo appassionavano in misura irresistibile.

 E alla vita, alle fatiche di ogni giorno era importante ogni mattina guardare sempre con pensieri positivi, Era questo il mattiniero padano sigillo radiofonico della sua seguitissima trasmissione. Un mio carissimo amico dell’Appennino reggiano a ogni estate trovava il modo di recuperare l’auspicio dei “pensieri positivi” di Salvatore: ” Al gira mia a la tonda. Trop casein e allora pensare positivo. L’è coma magner un piat ‘d turtei dla Rosina. Una delizia anche fuori pasto!”

Ma il mistero? Eccolo. Salvatore un giorno mi raccontò la vicenda di un tifoso, di un amico affezionato dell’Osservatorio: il bilordone o, in dialetto, ul bilurdun, megaserpente non pericoloso per l’uomo che ogni anno mutava pelle nei pressi dei posto di lavoro dei cacciatori di stelle. Era diventato un dono tradizionale e all’Osservatorio pensavano al modo migliore per contraccambiare senza fare vittime innocenti. Fu avviato anche qualche approfondimento su questo anaconda della nostra montagna poi un giorno scoppiò la guerra per il bilordone: un professionista in gita all’Osservatorio lo aveva individuato e cercava di abbatterlo con un grosso ramo evidentemente temendo per la propria incolumità. Accorse alle grida anche Salvatore che prese le difese del mite bilurdun e fu un miracolo se a legnate non fini il confronto tra chi la pensava ben diversamente sul destino del tranquillo biscione. Il quale le sue brave conclusioni le deve avere tratte se è vero che non ci fu più in loco la mutazione della pelle e il suo proprietario non venne mai più visto.

Raccontai la vicenda ai cari amici di Varesenews, che furono tanto gentili anche nell’accettare un articolo solo che i perfidi dopo la pubblicazione furono i primi a mettere in dubbio l’autenticità del racconto. Sono passati tanti anni, ma ogni tanto la storia del bilurdun mi viene rinfacciata sia pure con allegria.

Speravo di poter presenziare venerdì alla festa nel ricordo di Salvatore e dei suoi pensieri positivi anche perché ho un testimone molto attendibile e finalmente avrei potuto avere giustizia. Purtroppo non ci sarò perché senza avere ricevuto, al momento, robuste legnate la mia salute qualche problemino me lo riserva e ne ha diritto vivendo io l’ottantaseiesimo anno di vita. Insomma sono alle prove libere del Gran Premio Tomba e cerco di non qualificarmi.

Un abbraccio allora a tutti i presenti perché chi è amico vero di Salvatore è anche amico mio. E a Salvatore e a Gianni che ha voluto ricordarlo un ringraziamento particolare: recuperare di questi tempi figure leggendarie fa bene al cuore di Varese. E fa bene anche a noi operai del giornalismo di provincia che tali ci si è sempre considerati lavorando in una città dolce, ricettiva, buona. Forse troppo buona: si è battuta con vigore e vincendo perché non venisse bastonato un mite bilurdun. Che tra l’altro non ho mai visto nemmeno in fotografia, ma che mi vedrebbe battere il record del salto in lungo se dovessi incontrarlo. Ecologista lo sono anche io, ma con un certo riguardo. Per la mia persona.

Venerdì sera si parlerà dei pensieri positivi di un grande uomo, di un vero concittadino fuori serie. Una parolina i tanti big comincino a farla girare a Villa Recalcati..

Manca una perla alla corona di Salvatore Furia: il nostro lago. Basterebbe un progetto a lunga scadenza, ma guidato e portato a termine da galantuomini come Salvatore.

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