Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Chiesa

SCHIAVI DEL PECCATO

MASSIMO CRESPI - 10/03/2012

Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Gli risposero: “Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?”. Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!”. Gli risposero: “Il nostro padre è Abramo”. Rispose Gesù: “Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro”. Gli risposero: “Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!”. Disse loro Gesù: “Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio”.
Gli risposero i Giudei: “Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?”. Rispose Gesù: “Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte”. Gli dissero i Giudei: “Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?”.
Rispose Gesù: “Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò”. Gli dissero allora i Giudei: “Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono”. Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
(Giovanni 8, 31-59)

È una questione di libertà, soltanto di libertà, la scelta di aderire con fedeltà alla parola di Cristo. Rispettare ciò che dice Gesù, fare quel che suggerisce e scegliere continuamente di credergli, fa liberi. Se crediamo che egli rappresenti la verità, tutta la verità, allora discordare da lui, non prenderlo come esempio, significa cercarsi guai; significa aderire ad un disegno di falsità, ad un progetto che ci porterà ad errare ed ingannarci divenendo schiavi di qualcuno o qualcosa, mai servitori dell’unico Maestro che ci vuole liberare e del suo regno. Ci smarriremo, ci faremo del male. È questione di libertà salvarci dal Maligno, che le prova tutte per portarci in fallo per possederci, facendoci suoi prigionieri; se l’ascoltiamo commettiamo quel peccato originale che precorre tutti gli altri, conducendoci sempre più verso l’abisso. Quei Giudei indicati da Giovanni, coloro che avevano creduto nel Messia, commettono lo sbaglio di mettere in discussione le indicazioni del Salvatore, e il Diavolo subito sfrutta la loro perplessità portando l’iniziale dibattito con Gesù sino al contrasto totale e in potenza mortale: “Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui”. Lo stesso può accadere per noi. Quante volte, coscientemente e meno coscientemente, non accettiamo ciò che la Chiesa di Cristo ci insegna? Ciò che Pietro ci prospetta con l’autorità del Pontefice designato da Dio? Non pensiamo tanto a grandi tematiche, ad argomenti di rilevanza assoluta su cui dissentire e restare contrariati riguardo le proposte della Cattolicità, ma riflettiamo invece sulle frequenti banali questioni sulle quali ci discostiamo facilmente e repentinamente dalla dottrina cristiana… Per esempio quei Giudei citati si inalberano solo perché Gesù ricorda loro la necessità di conoscere la verità attraverso la fedeltà alla sua parola, per essere discepoli davvero liberi; non dà loro degli infedeli, degli ignoranti, degli schiavi. Ma essi prendono proprio così le sue parole e si irritano con lui, il quale non sbaglia affatto, ma li vuole sostenere. Così capita anche a noi quando sovente prendiamo male tutto ciò che evidenzia la nostra fragilità, la vulnerabilità che non vogliamo ammettere. E invece siamo fragili, vulnerabili, più di quanto si sappia. Quante volte cadiamo? Cadiamo poco sui grandi temi, sulle questioni teologiche le quali ci vedono opporci rispetto ai modelli indicati: sul rispetto della vita, sulla fedeltà sacramentale; ma sul controllo dei nostri istinti come la fame, l’appetito sessuale, l’amor proprio o anche l’istinto di conservazione largamente inteso, che ci fa pavidi quando occorre essere coraggiosi? Cadiamo con frequenza, peccando miseramente e nel momento in cui meno ce l’aspettiamo; non ci sono Santi. Per il vero sarebbe meglio dire che non ci sono storie, perché Santi ce ne sono moltissimi: intercedono per noi, si mobilitano per sostenerci, indurci sulla strada giusta, condurci per mano. Si parla di Abramo nel Vangelo: chi è se non un Santo progenitore che vive e cerca di farci camminare liberandoci dal male? Possiamo invocarlo nelle nostre preghiere? Egli, insieme agli altri, ci ascolta; diciamogli: Sant’Abramo, portaci a vedere quel giorno del Signore che tu hai visto, onorandolo sin d’ora! Aiutaci a respingere quella zampa caprina che ci passa le sue pietre per scagliarle contro chi non ha peccato! Fa che non cerchiamo la nostra gloria, la nostra soddisfazione, ma quella del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo! Offrici il coraggio di accettare che veniamo dolcemente richiamati dai fratelli che correggono le nostre debolezze…

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login