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Opinioni

VARESE SI MUOVE

ROBERTO MOLINARI - 07/06/2018

vareseTra qualche mese l’Amministrazione Galimberti sarà a metà del proprio mandato e questo può essere utile occasione per un parziale bilancio politico e amministrativo.

Quando si affrontano scadenze sia pur molto virtuali come queste la tendenza della politica è quella di dire “va tutto bene, va tutto a gonfie vele, siamo al 98% di quello che abbiamo promesso ” oppure di addossare alla “struttura” la colpa di ciò che non si è riusciti a realizzare. A me piace, però, non essere del “coro” e cercare invece di cogliere gli umori della nostra gente affinché non si vendano illusioni, ma si dia il senso della concretezza ed anche del limite di ogni azione che questo tempo così complesso ci richiede.

Un altro aspetto mi sembra opportuno mettere in evidenza anche se è più un mio personalissimo vezzo. Per quel che mi riguarda, non c’è differenza tra l’essere all’opposizione o l’essere in maggioranza. Personalmente non cambio modo di pensare se sto seduto al tavolo della giunta o, se invece, in consiglio comunale, sto dall’altra parte. Non è solo un problema di coerenza, è un problema di civiltà politica. Quando la strumentalizzazione prevale si cade nell’estremismo, si amplificano le differenze e la condivisione di progetti che possono portare beneficio a tutta la città va a farsi benedire.

Fatta questa doverosa premessa non mi voglio sottrarre al tema principale.

Sarebbe mentire prima a me stesso se scrivessi che sono totalmente soddisfatto della nostra ( e quindi anche della mia ) azione amministrativa. A fronte di un Sindaco che lavora 18 ore al giorno e di una Giunta che lo segue a ruota sarebbe eccessivo parlare di risultati eccelsi e di cambio radicale della città.

E tuttavia, tuttavia, Varese si muove. Non voglio dilungarmi su quello che abbiamo trovato nel momento in cui ci siamo insediati. Di questo ho già scritto in passato. Mi permetto solo di ricordare che ventitré anni di mancata gestione, di mancato intervento nell’affrontare i nodi storici che riguardano una città come Varese non si possono cambiare in pochi mesi e forse neanche in qualche anno. Così come l’assenza di una qualsiasi visione di futuro e l’uso “ballerino del bilancio”, tanto da lasciarci in eredità un “buco” di circa 8 milioni di euro, sono macigni che condizionano pesantemente ogni azione che, chi è arrivato, vorrebbe mettere in campo.

Dunque non c’è piena soddisfazione. Non c’è perché vorremmo rispondere immediatamente ad ogni richiesta che cittadini ci fanno. Non c’è piena soddisfazione perché vorremmo avere la possibilità di investire massicciamente in tutti i quartieri e intervenire drasticamente su quelle che appaiono banalmente le piccole opere necessarie per migliorare la qualità della vita quotidiana: illuminazione, strade, marciapiedi e così via.

Eppur si muove, scrivevo poc’anzi. Si la città si muove. E non parlo solo dei progetti che si stanno portando avanti: dall’intervento atteso fin dagli anni 80 sul comparto stazioni, a quello che riguarda la Caserma Garibaldi e piazza Repubblica o ai parcheggi pubblici ( via Sempione ) o privati ( zona ospedale del Ponte ), tutti in via di realizzazione o che vedremo a breve partire o al piano sosta che ha cambiato i comportamenti dei varesini e dei pendolari.

Parlo di quelle piccole opere che migliorano la qualità della vita del cittadino: buche, marciapiedi, illuminazione, messa in sicurezza delle strade, maggior pulizia dentro e fuori dai parchi, pulizie dei tombini, piccole cose che già in parte abbiamo messo in atto e che nei prossimi mesi vedranno un ulteriore incremento per effetto del lavoro certosino che è stato fatto in primis dall’Assessora al Bilancio Buzzetti e dagli assessori Civati e De Simone. Si pensi alla ristrutturazione dell’edificio dove è ospitata la biblioteca dei ragazzi. Si pensi allo stanziamento di 300 mila euro per intervenire nelle prossime settimane sui marciapiedi di via Borghi, via San Pedrino, via Metastasio, viale Borri ( ingresso ospedale ), viale Ippodromo, via Scola, via Tazzoli, via Misurina nel quartiere di Belfiore. O al parcheggio di quartiere ( oltre 110 posti di area sosta a Valle Olona ) a servizio della scuola Manfredini, della palestra e della Chiesa parrocchiale. Così come ai 500 mila euro e più spesi per gli interventi straordinari ( oltre 150 ) di carattere manutentivo riguardanti gli impianti di illuminazione già fatti nel 2018. Ma pensiamo anche ai parchi della città dove nei prossimi mesi l’Assessore De Simone riuscirà a mettere giochi per i bimbi, o ai campetti di quartiere come a Bobbiate o a San Fermo che si riqualificheranno per permetterne l’uso da troppo tempo impedito o non adeguato. O alla riapertura del bando per la sostituzione delle caldaie dei condomini che già nel 2017 ha visto la sostituzione di 8 impianti obsoleti e inquinanti. Questi sono gli interventi che, paradossalmente, più ci angosciano perché sono quelli che i nostri concittadini aspettano da anni e perché solo parzialmente hanno visto. Ed è su questo che ci concentreremo nei prossimi mesi e perché è anche questo che i varesini ci hanno chiesto quando, in questi ultimi tre mesi, con l’Assessora Strazzi siamo andati ad incontrarli nei quartieri mantenendo la promessa di portare il Palazzo dai cittadini, incontri che, proprio grazie all’intuizione dell’Assessora troveranno ulteriore occasione prossimamente.

Si non possiamo dirci soddisfatti dall’aver dovuto prendere decisioni impopolari come ad esempio sul fronte scuola quando la collega Dimaggio, da vera donna di scuola, ha dovuto mettere ordine ad una situazione a dir poco “imbarazzante” come quella dell’Addolorata dove, a fronte di plessi scolastici comunali semi vuoti, a poche centinaia di metri, pagavamo ingiustificatamente un affitto per 60mila euro ad una struttura privata, o quando si è stati costretti per ragioni di sicurezza a dover chiudere e trasferire tutti i bimbi della Canziani. A nessuno, a nessun amministratore e a nessuna donna o uomo di scuola fa piacere chiudere una scuola, ma a nessuno fa piacere anche trovare che la manutenzione delle nostre scuole cittadine è carente da anni e da anni si sono persi tutti i finanziamenti pubblici che lo Stato dava per l’ammodernamento dei plessi. Si pensi, banalmente, che solo con questo 2018 si è intervenuti sostituendo o mettendole dove non v’erano, le veneziane alle finestre delle nostre scuole, dopo che negli ultimi 15 anni non sono state fatte più sostituzioni. Spesa 80mila euro. E qui mi sarei aspettato meno demagogia e strumentalizzazione da parte di una opposizione che ha governato sino a due anni fa e dovrebbe essere ben conscia di ciò che non è stato fatto nei suoi numerosi mandati, invece, abbiamo dovuto assistere ad atteggiamenti davvero fuori luogo, al limite degli insulti personali oltre che falsanti della realtà e presuntuosamente ideologici.

Così non siamo certo soddisfatti dall’aver dovuto iniziare una politica culturale meno “provinciale” a Varese percorrendo vie nuove, a fronte dell’inerzia precedente e, magari, senza essere pienamente compresi, mi si passi questo, con un galantuomo, come l’Assessore Cecchi, uomo di grande cultura e solidi rapporti, rapporti necessari per portare una ventata di novità in città come con il festival di Nature Urbane e nel 2019 anche con la mostra su Guttuso, anche questa mai realizzata prima. E così, certamente anche io, non posso dirmi soddisfatto dall’aver dovuto mettere mano alla questione dei volontari anziani, che volontari non erano e che rischiavamo di farci sanzionare dalla Corte dei Conti proprio perché per anni era stata data una forma di sostegno surrettizio senza un controllo, senza una selezione e senza tenere in alcun conto dell’evoluzione della giurisprudenza e delle diverse sentenze. Così come certamente non posso essere soddisfatto dall’essere riuscito solo a mantenere la stessa spesa sociale di questi ultimi anni, per effetto dei problemi di bilancio ereditati, facendo quindi i salti mortali grazie al lavoro continuo dei miei uffici, per tenere larga la platea delle persone che seguiamo e la qualità del servizio, quando si vorrebbe comunque avere più margini e questo solo grazie alla condivisione di tutti gli assessori e del Sindaco che hanno accettato di sacrificare una parte della loro fetta di “bilancio”, mostrando di avere una attenzione e una sensibilità al sociale non indifferente, cosa che in altri comuni, amministrati dal centrodestra non è avvenuto ( vedi ad ex dimissioni dell’assessore alla partita di Gallarate ).

Così come credo non si possa essere soddisfatti del fatto che ogni qualvolta si cerca di introdurre novità in settori sensibili come ad esempio il commercio la collega Perusin sia costretta a interminabili discussioni per creare il consenso necessario e la condivisione, anche a costo, non sempre, di essere compresa da chi dovrebbe apprezzare il suo impegno per fornire nuove occasioni di sviluppo.

Insomma, certamente non possiamo essere completamente soddisfatti, ma sappiamo anche che questa è la via, la strada da percorrere nei prossimi mesi e negli anni che ci mancano per la fine del mandato per avere una Varese all’altezza dei tempi.

Così come sappiamo anche che la prossima partita si giocherà in un quadro politico diverso, nuovo e che, per quanto mi riguarda, io vedo come necessitato di un forte coinvolgimento della società civile, delle forze civiche, che cresceranno nel nostro panorama varesino anche per effetto della nostra azione sia politica sia amministrativa.

Anche su questo tema non possiamo dirci soddisfatti. Occorre che emergano nuove figure, autorevoli, radicate, capaci di interpretare i bisogni e le novità. È una esigenza fondamentale. Per i partiti perché i partiti non possono pensare di rappresentare il tutto, od essere autosufficienti, ma anche per la politica perché ha bisogno di cambiare sempre, di includere e non di escludere. Figure capaci di comprendere i limiti dell’azione politica e che il movimentismo civico diventa sterile se si configura come di “lotta e di governo”. Fare, risolvere i problemi delle persone, aprire una prospettiva diversa per la città e quindi allargare il consenso coinvolgendo altre e più persone non legate alla politica. Mettere a frutto le loro capacità, la loro intelligenza e la loro voglia di essere partecipe di un progetto di apertura e non di chiusura così come è stato negli ultimi 23 anni. Io penso che questa sia la nostra prospettiva amministrativa

Possiamo dirci soddisfatti? No io non credo. I tempi non sono brevi per costruire il cambiamento, occorre pazienza, capacità di interpretare il mondo che sta intorno a noi e occorre fare fatica per spiegare alle persone come stanno realmente le cose e che è più facile farsi abbindolare da chi da la risposta più breve e più semplice rispetto a chi antepone, viceversa, ragioni e risposte complesse, anche se difficili e non immediatamente capaci di far vedere il cambiamento.

Roberto Molinari, Assessore ai Servizi Sociali Comune di Varese

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