Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

DIRITTO ALLA VITA

ROBI RONZA - 01/06/2018

dirittoCon il 66,4 per cento dei “sì” contro il 33,6 per cento dei “no” il referendum popolare che ha avuto luogo in Irlanda si è concluso con la vittoria di chi voleva venisse abrogato l’Ottavo emendamento del Costituzione. L’emendamento con cui veniva sancito che sia la madre che il bambino non ancora nato hanno il medesimo diritto alla vita. Il “sì” ha prevalso solo nel Donegal. L’aborto diventerà perciò presto legale anche in uno dei due soli Paesi dell’Unione Europea (l’Irlanda e Malta) in cui ancora non lo era.

Già era chiaro quanto l’Irlanda fosse ormai molto diversa da come nel 1952 John Ford l’aveva descritta, peraltro in modo già allora idealizzato, nel suo celebre film “L’uomo tranquillo”, memoria nostalgica della terra natia degli americani di origine irlandese, come erano non solo egli stesso ma, a parte il protagonista John Wayne, anche tutti gli altri principali interpreti da Maureen O’Hara a Victor Macleglen e così via. Ciononostante non può che stringere il cuore la distanza tra il personaggio allora impersonato da Maureen O’Hara e le immagini — ricorrenti oggi su giornali e telegiornali — di ragazze che tripudiano a Dublino per il “sì” di massa alla legalizzazione dell’aborto.

Come già recentemente avevamo ricordato (cfr. Giornata della vita. A proposito di sonni che generano mostri: l’aborto, frutto del sonno della coscienza ma anche di quello della ragione, 3 febbraio 2018), non è possibile giustificare l’aborto se non a spese della ragione. Indiscutibilmente l’embrione “è uno di noi”, e noi tutti siamo stati embrioni. Non è perciò possibile giustificarlo se non prescindendo d’autorità da una delle due persone umane in gioco; e per di più in ogni caso prescindendo dalla più debole delle due. L’irragionevolezza di tale pretesa la rende insostenibile, come appare sempre evidente quando a chi difende il presunto diritto all’aborto si chiede di giustificare la presunta condizione non umana del frutto del concepimento. Ogni volta salta fuori un vero e proprio…bestiario di affermazioni senza senso. L’aborto è un dramma — e possono poi esserci delle situazioni-limite, su cui qui non ci possiamo soffermare, in cui diventa umanamente difficile condannare o assolvere — ma la questione non si può risolvere facendo finta che il non nato sia un non uomo.

La legalizzazione dell’aborto è perciò una sconfitta tanto della vita quanto della ragione. Personalmente faccio fatica a decidere quale delle due sia la sconfitta peggiore. Da un lato toglie il fiato il pensare all’immensa schiera di persone cui con la legalizzazione dell’aborto, e quindi con la sua banalizzazione e diffusione, si è impedito e si impedisce di venire al mondo, di essere, di vivere. Dall’altro lato però toglie fiato anche l’oscuro e gigantesco baratro che si apre con una così patente rinuncia all’uso della ragione. Una volta che vaste masse sono state indotte a non ragionare in un caso cruciale del genere che cosa ci mette al sicuro dal rischio che ciò possa accadere in altre circostanze? In quanto una delle mille teste del mostro del male l’aborto purtroppo c’è sempre stato, ma fino a tempi recenti nessuno pretendeva che fosse un “diritto”. La novità orribile è che qualche decennio di campagna dei mass media più influenti e diffusi è bastata per rendere tale convinzione maggioritaria in numerosi Paesi (anche se nient’affatto in tutto il mondo). Da quel che si vede in questo caso sembra solo un problema di risorse. Come si è riusciti a trasformare in nuovo diritto un caso di omicidio (tale è infatti l’aborto) con adeguate risorse un Hitler del XXI secolo potrebbe trasformare in nuovo dovere anche un nuovo genocidio, una nuova Shoah. La prospettiva è agghiacciante; e più che mai urgente è la necessità di una sollecita rinascita della coscienza e della ragione.

www.robironza.wordpress.com

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login