In tutte le famiglie mille piccoli e grandi problemi quotidiani non finiscono mai di occupare il cuore e la mente; tuttavia ogni fatica – sul piano della salute, dell’educazione, del lavoro o d’altro genere – non deve mai incrinare la bellezza della vita quotidiana, in cui va sempre custodita e rigenerata la gioia dell’amore.
Tante cose, in Italia e nel mondo, sono cambiate e stanno cambiando ancora. È inevitabile, perciò, che anche la vita di famiglia ne risenta, nel bene e nel male.
Tutti percepiscono che nulla è più come una volta. “È proprio per questo – dice Papa Francesco nell’Amoris laetitia – che bisogna organizzare risposte alle nuove necessità e alle problematiche attuali, cercando di assicurare che nessuno resti indietro o sia escluso dal cammino comune”.
Nelle ore difficili della vita – ce lo sta insegnando una crisi che non sembra aver fine, in cui si è da tutti apprezzata la “fantasia della carità” di molti, singoli e istituzioni – può emergere il meglio che abbiamo in noi, cominciando a condividere i doni ricevuti con chi attraversa disagi e difficoltà.
Le cose che abbiamo, le competenze che ci siamo fatti, il nostro stesso carattere, tutto ciò che ci qualifica come soggetti attivi, in famiglia e in società, non ci è stato dato solo per noi, ma per rendere un po’ migliore in mondo in cui ci troviamo!
La nostra felicità dipende da quella degli altri e da che cosa siamo riusciti a fare perché felicità e gioia riempiano la vita di chi ci è vicino. Lo specifica ulteriormente papa Francesco: “La gioia allarga la capacità di godere e permette di trovare gusto in realtà varie, anche nelle fasi della vita in cui il piacere si spegne” (AL 126).
Questa non è affatto un’utopia. L’esperienza ci dice che, se riusciamo ad agire insieme, come famiglia o come gruppo, condividendo le gioie e i dolori, le sofferenze e le cose belle, la nostra vita si fa più vera e ci accorgeremo di viverla con gusto e sapore.
Del resto siamo o non siamo il sale della terra? Senza sale il cibo perde il gusto e tutto diventa insipido. Se non siamo sale, cioè non aiutiamo gli altri a gustare una vita piena di gusto (gioia) e di sapore (amore), la nostra stessa esistenza si trasformerà in qualcosa di inutile, e alla fine di insoddisfacente.
Che non ci succeda, nella fase del bilancio retrospettivo che prima o poi saremo costretti a fare, di dover riconoscere amaramente quante occasioni abbiamo sprecato, quanto bene possibile non abbiamo fatto, in definitiva quanto tempo abbiamo irrimediabilmente perduto!
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