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IL POTERE DELLO SGUARDO

GUIDO BONOLDI - 25/05/2018

Takashi Nagai

Il giorno di Pentecoste don Piergiorgio Solbiati terminava l’omelia della messa delle ore 8 nella chiesa di Casbeno parlando del potere dello sguardo. Diceva: “Mi capita di andare a trovare degli ammalati, i quali, pur provati dalla malattia, hanno uno sguardo luminoso, pieno di amore, perché l’amore è più potente di qualsiasi altra cosa”.

La sera prima un amico tedesco, in un colloquio via Skype, ricordava il proprio padre, recentemente scomparso e che soffriva di morbo di Parkinson, e raccontava del suo sguardo, così penetrante, sguardo che, una volta perso l’uso della parola, era rimasto per lui l’unica possibilità di esprimersi.

Sto leggendo un libro, che racconta la storia di un medico giapponese, Takashi Nagai, morto di leucemia all’età di 43 anni (Pace su Nagasaki, di Paul Glynn, ed. Paoline). Alle pagine 36 e 37 è riportato il racconto che Takashi fa dell’ultimo incontro con la madre morente.

“Corsi al suo capezzale. Respirava ancora, tenne fissi gli occhi su di me e fu così che spirò. Mia madre con quel suo ultimo sguardo, fece crollare tutta la sovrastruttura ideologica, che mi ero costruito dentro. Questa donna che mi aveva messo al mondo e mi aveva allevato, questa donna che non aveva fatto altro che volermi bene tutta la vita… negli ultimi istanti mi disse parole molto chiare! I suoi occhi parlarono ai miei: tua madre ti dice addio perché muore, ma il suo spirito non muore e resterà sempre accanto al suo bambino, Takashi. Io che ero così sicuro che non esistesse affatto una “cosa” che si chiama spirito, ero ora costretto a crederci! Gli occhi di mia madre mi hanno confermato che lo spirito umano continua a vivere dopo la morte. Tutto questo non fu che un’intuizione, ma un’intuizione che mi portò alla convinzione”.

Come dice don Piergiorgio: il potere dello sguardo.