La Sinistra varesina dopo una sessantina d’anni ha riconquistato Palazzo Estense, ma lo ha fatto in termini di alleanze, con scelte non sempre felici. Scelte chiaramente sia partitiche sia relative alle liste civiche, queste ultime comunque realtà positive in una scena politica problematica.
Il Centrodestra è all’opposizione, ma disabituato al “fare” per il tempo di una generazione e mezzo, non riesce a calarsi nei panni del fiero oppositore, perché al suo passivo ha la lunga silenziosa sottomissione alla Regione e a Roma per il tempo dei governi berlusconiani.
Il Centrodestra per un quarto di secolo ha ignorato Varese e adesso usa toni accesi nei confronti di un Pd che sarà gracilino ma qualcosa da mettere nel carniere cittadino ha portato a casa, in una collettività dove si è trovato come maxiregalo un sistema sanitario picconato dalle riforme interpretate alla Formigoni e da soggetti leghisti che hanno tradito Roberto Maroni.
Una città però dove nemmeno la Sinistra si era mobilitata per difendere il diritto alla cura della salute.
A Milano oggi il numero 1 della Lombardia è il nostro ex sindaco Fontana e inoltre è finito in Giunta, dopo essere stato bocciato dagli elettori, Raffaele Cattaneo. Al quale vengono attribuiti errori da “ciellino”: infatti gli si è guastato l’orologio politico visto che non si ricordava che il suo clan era stato ufficialmente sciolto dal successore del mitico don Giussani.
Oggi leggiamo che Fontana viene chiamato a inaugurare opere pubbliche che non sono di grande livello ma certamente importanti per le comunità locali. Non si sa invece quando in Regione si parlerà dell’ospedale di Varese, in particolare della sua miniaturizzazione che ha danneggiato non solo il sistema sanitario di un vasto territorio ma anche il profilo dei corsi di medicina e chirurgia. Una pugnalata questa agli studenti e alle loro famiglie.
La difesa del servizio sanitario non è nelle corde del Centrodestra, che già ha iniziato a smontare anche quello di Busto e Gallarate. Ma i cittadini stanno ribellandosi e c’è una novità: a Cittiglio per opporsi al depotenziamento del loro ospedale hanno deciso di ricorrere alla Procura della Repubblica.
La riforma della sanità arriva da lontano, dopo che Roma ha constatato che il servizio erogato è troppo costoso. ll problema è grave, le regioni si sono viste tagliare gli stanziamenti e hanno iniziato a smontare
il sistema senza informare adeguatamente l’opinione pubblica o spacciando come magnifici rimedi solo pillole amare. Una catena di tradimenti visto che sono sotto accusa anche isole felici della Sinistra, come l’Emilia e Romagna.
Ci sono anche difficoltà per mezzi di comunicazione nel valutare i comportamenti della politica anche a livello locale, essa pure relegata in secondo piano
quando invece manca proprio alla riforma la partecipazione delle istituzioni dei territori. E purtroppo oggi è già chiaro che dal problema si rischia di passare al dramma se la sanità continuerà a essere gestita come lo è oggi, nel segno anche di silenzi che sono anche un oltraggio alla democrazia.
Chiarezza e coraggio sono allora richiesti a tutti i politici, ma anche ai mass media. È il momento di stare vicini alle comunità, a chi è più debole.
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