Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Ambiente

TROPPA PLASTICA

ARTURO BORTOLUZZI - 11/05/2018

plasticaLa plastica è certamente uno dei gravi problemi di cui soffre il mondo. Abbiamo proprio visto il film di Brad Pitt in cui denunciava tutto ciò. La provincia di Varese potrebbe diventare un must non solo per la produzione e la vendita di plastica, ma anche per lo smaltimento della stessa. Questo per il futuro è, proprio, ciò che andremo a proporre alla Provincia di Varese di attuare.

Oggi ci aiuta il Sole 24 ore.

Gran parte dei 340 milioni di tonnellate di plastica prodotta ogni anno non viene riciclata e quel poco che si riesce a salvare di norma entra in un meccanismo su scala industriale, con impianti che possono costare decine di migliaia di dollari. Ma un numero crescente di designer vorrebbe riutilizzare in maniera creativa questo materiale versatile, che può ancora essere valorizzato, con strumenti open source e facili da costruire. Ci sono anche un’altra serie di testimonianze da paesi del mondo.

In un laboratorio nel centro di Chiang Mai, in Thailandia, si trasformano rifiuti, soprattutto borse di plastica raccolte per la strada, in ciotole e tavolini. In un’officina a Leopoli, in Ucraina, vecchie bottiglie di plastica vengono triturate, fuse e ristampate con attrezzature assemblate sfruttando parti di vecchie macchine utensili. A Saint-Etienne, in Francia, un artista produce lampade variopinte con vecchi giocattoli. A Seul nell’atelier del riciclo si fa lezione ai bambini delle scuole.

 Non si deve però lasciare a pochi il compito di riciclare qualcosina. Tutti dobbiamo, con l’impegno di ciascuno, cercare di sconfiggere il male rappresentato dalla plastica, che, non potendosi smaltire, inquina il nostro territorio. Che cosa si potrebbe fare in concreto? Qui entra in scena Dave Hakkens, la cui voce prendo dal Sole 24ore: “Vogliamo rendere il riciclo della plastica accessibile a tutti, perché questo può avere un effetto esponenziale sulla quantità di plastica riciclata, riducendo la domanda di plastica vergine e portando milioni di persone ad agire prima che quella usata finisca nell’ambiente”, spiega il fondatore di Precious Plastic, la startup olandese che ha progettato le macchine ora in uso a Chiang Mai, Leopoli, Seul e in altre 200 città in giro per il mondo.

L’obiettivo è togliere dalla testa alla gente che la plastica sia un materiale di scarto e trasformarla in qualcosa di prezioso, che può essere riutilizzato mille volte, nella speranza che un giorno diventi veramente tanto rara, da costringerci a riciclarla. Hakkens ha innescato la realizzazione di decine di fablab (piccole officine compiuterizzate) ai quattro angoli del pianeta (in Italia a Torino, Roma e Sant’Egidio alla Vibrata, nelle Marche), mettendo in rete le istruzioni con cui spiega come costruire a basso costo le macchine necessarie a mettere su un laboratorio artigianale per il riutilizzo della plastica: una sminuzzatrice, un estrusore, una pompa per iniezione e una stampante per compressione.

In tutto il mondo sono nati laboratori artigianali per costruire le macchine disegnate da Hakkens e realizzare prodotti in plastica riciclata. Da qui si è formata una community di maker, che Hakkens ha riunito su una piattaforma, completa di mappa per la geolocalizzazione dei maker, dove si scambiano idee e si mettono in comune conoscenze. Ora Hakkens e compagni sono entrati nella terza fase. Dopo aver fatto appello alla community, hanno costituito un gruppo di lavoro che ha strutturato un vero e proprio laboratorio portatile dentro a un container, con l’ingresso dei rifiuti da una parte, seguito dalla zona di selezione, per separare i diversi tipi di plastica, poi le macchine per sminuzzare i rifiuti e ricreare nuovi oggetti e alla fine una scaffalatura aperta sull’esterno, dove chi vuole può comprare i prodotti del laboratorio.

Ho quindi scritto al presidente della Provincia di Varese chiedendogli di sentire i sindaci delle città italiane citate, che si occupano di riciclaggio della plastica, e lo stesso Hakkens, per trovare una modalità per cui la Provincia possa recitare anch’essa un ruolo attivo e in rete con le stesse. Al Presidente ho chiesto anche di svolgere tutte le attività necessarie per cercare di agevolare l’attività del cluster delle industrie di materie plastiche.

 In primo luogo occorre che venga presa una posizione regionale o statale, che per legge indichi come obbligatorio l’uso di plastica riciclata, indicando i prodotti con questa realizzata come assolutamente in grado di poter avere le medesime caratteristiche dei prodotti interamente costituiti da materiale vergine. La legge potrebbe stabilire anche un incentivo economico a favore delle imprese che svolgono proprio il ruolo di riutilizzatori, compensandoli per un lavoro che è utile anche alla società.

La Provincia di Varese la chiamo a poter svolgere un ruolo attivo (quasi distrettuale) per poter caldeggiare l’intervento della Regione o dello Stato. Come scrive Gioacchino Garofoli “una buona politica regionale risponde al processo di globalizzazione focalizzandosi sull’apprendimento e concentrandosi sugli sforzi per aiutare le imprese a colmare le distanze cognitive nell’acquisire apprezzabili conoscenze al di fuori della loro portata e aiutando l’accumulazione e il mantenimento di capitale sociale necessario per la collaborazione inter-aziendale e per lo scambio di conoscenza parzialmente implicite”.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login