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Società

NON CORRISPONDENTE

LUISA NEGRI - 11/05/2018

Melania Trump

Melania Trump

Non ho mai pensato che tra donne ci sia davvero tutta quella complicità sbandierata ai quattro venti, per darcela a bere su quanto siamo brave a sostenerci a vicenda e combattere unite, facendoci un po’ più rispettare. Forse è vero che siamo grandi quanto ci diamo la mano tutte insieme, quando i problemi veri ci toccano in modo serio, a volte drammatico purtroppo, richiamandoci alla realtà. Ma nella quotidianità spicciola ho raccolto spesso, anche da bocche di signore d’attendibile bon ton, espressioni che non mi hanno fatto ben sperare.

Altre volte sono state le penne prevenute di scrittrici e giornaliste a lasciarmi basita, facendomi capire che l’ alleanza tra donne così santa non è. Altre ancora sono i giudizi categoriali espressi a vanvera per demonizzare certe scelte a impensierirmi: le categorie professionali colpite da anatema, a scopo esemplificativo di chi parla, sono le solite, le stesse in bocca ai maschi, e colpiscono a turno indistintamente le custodi di palazzi, le lavoratrici dei centri estetici, le commesse, le parrucchiere, le collaboratrici domestiche o le inservienti in genere, e via dicendo. Come se le attitudini alla superficialità fossero da catalogare a seconda della professione scelta. Ricordo anni fa l’intervento di una giornalista ‘impegnata’ nel condannare l’abitudine di certe “casalinghe”, altra figura maltrattata( e quasi che casalinghe non lo fossimo poi un po’ tutte noi donne) nel dedicarsi agli acquisti di prodotti venduti a domicilio con gran raduno di amiche. Non è una situazione che mi fa impazzire, vi ho partecipato una sola volta in vita mia, ma mi pare lecito considerare che si tratti solo di gusti – neppure giocare alle carte mi piace- e ad altre donne possa invece piacere e risultare utile: tanto più che i prodotti sono in genere buoni e girano comunque anche tra chi non frequenta le riunioni di vendita.

Che male ci sarà mai? E poi la penna in questione, resti tra noi, non mi pareva di così inarrivabile livello. Semmai, andandoci, avesse trovato davvero una conversazione poco elevata, non avrebbe comunque rischiato di rompersi il collo.

Quanto detto finora ha trovato per me recente conferma in una serata domestica.

Seduta davanti al televisore per catturare, dopo una giornata di distrazione dai media, qualche notizia interessante d’attualità, ho visto profilarsi sullo schermo la fisionomia ben nota della corrispondente da New York di un canale Rai. A interrogarla da studio era una collega, desiderosa di aver conferma, e soprattutto commenti, sul successo raccolto in America dalla first lady Melania.

“Ha davvero tanto successo, piace così tanto”?

Radioso il sorriso illiquidito della giornalista da New York, quasi fosse innamorata a sua volta della moglie del presidente. Radioso sì, s’è capito poi, ma soprattutto sornione.

“Eccome se piace, piace davvero tanto, a tutti” è la conferma rassicurante.

“E come si spiega?” incalza la giovane collega da studio.

“Semplice” è la disarmante risposta. “Per forza piace, perché non muove niente da sola. Non fa niente, non decide niente, fa solo la moglie del presidente, fa solo la mamma, e tutto le viene offerto, già pronto e confezionato”. Insomma, conclude la giornalista, Melania è una donna sottomessa completamente al marito, e al suo establishment, che non si ribella neppure quando lui compare sui giornali con una delle sue amichette. Solo adesso Melania starebbe cominciando a impegnarsi un po’, perché le avrebbero suggerito di darsi da fare per cambiare la propria immagine.

Questa l’analisi della corrispondente da New York. Che mi ha lasciata perplessa.

Perché davvero mi riesce difficile pensare che essere la consorte del presidente degli Stati Uniti possa essere paragonato a non far niente, e ancor più mi riesce difficile pensare che sia così facile essere la moglie di Trump, oltre che la madre del loro grazioso figlio, messo in mezzo a tutto questo. Forse Papa Francesco, che l’aveva accolta con grande affetto e sensibilità, aveva capito qualcosina in più di Melania, compagna del complicato Trump e madre di un bambino buttato alla ribalta suo malgrado.

Forse a far piacere agli americani Melania è proprio la sua capacità di tenere i nervi saldi nella travolgente vita che le oppone il turbolento marito dalla chioma gialla. la sua tendenza, dimostrata in più occasioni, nel proteggere da mamma il giovane figlio, e il non celato orgoglio nel tener testa al coniuge senza chinarla, pur senza fare scenate di eco pubblica.

La corrispondente da New York questo non ce lo ha detto: si è dimenticata che non è facile essere una Kate, né una Diana (al contrario accusata dai media di essere troppo ribelle), né una Hillary, né fu mai facile per la pur bella e ammirata Jackie, ancor prima di quel tragico novembre 1963. La gente forse proprio questo ha capito di lei. E la rispetta.

Ma se la corrispondente da New York ci racconta con un largo sorriso che Melania piace perché di sua inziativa non fa niente dobbiamo davvero crederle?

Lei sì, impegnata 24 ore su 24. Tanto che non trova neppure il tempo di pettinarsi, né di rifarsi il colore grigino delle scomposte chiome, perché troppo spesso viene trascinata giù dal letto ad ore impensabili- o almeno così sembra nello sguardo perso- per illustrarci i suoi fondamentali pareri.

Nonostante da qualche maligno (ma sarà una maligna invidiosa, sicuramente) si vociferi che a volte i corrispondenti se la cavano in fretta consultando via web in diretta, grazie agli svariati media, le ultime notizie. Sì. È proprio vero, tra donne non c’è mai tutta quella complicità…

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