Solo attraverso i resoconti dei mezzi di informazione ho seguito il congresso dei pdiellini impegnati a darsi il coordinatore provinciale e devo subito dire che mi interessava sapere se si trattava di lavori di facciata o di un passo verso un autentico rinnovamento.
Indubbiamente di novità ce ne sono state, come le forti contrapposizioni tra aree e correnti, in realtà in ambito congressuale non tutto si è fatto sulla strada di un cambiamento sostanziale se chi era coinvolto in vicende giudiziarie non ha ritenuto opportuno mettersi momentaneamente da parte: lo ha fatto nei giorni successivi e dopo un intervento di un esponente non locale del partito. Mi riferisco a Nino Caianiello, due volte condannato in prima istanza per due diverse imputazioni.
Chi si ritiene innocente ha diritto di essere considerato tale sino a vicenda conclusa in Cassazione, ma i tempi biblici della giustizia male si adattano a quelli della politica: quando, per i motivi più disparati, si finisce davanti ai magistrati, è consigliabile far prevalere il senso di responsabilità verso il partito o gli elettori.
Il grande zar del PDL, oggi ufficialmente in garage ma pur sempre vigile e attivo, per anni e anni è stato oggetto di attenzione da parte della magistratura ed è inevitabile che egli possa avere comprensione per certe situazioni e quindi conceda asilo a chi protesta la propria innocenza.
Essendo la politica un servizio alla comunità e non un impegno professionale, davanti a pronunce sfavorevoli degli organi giudiziari sarebbe consigliabile mettersi “in attesa”, sospendere l’attività politica.
Da noi l’ha fatto Giuseppe Adamoli: arrestato ingiustamente dagli assetati segugi di Mani Pulite, diede subito le dimissioni addirittura da membro del Consiglio regionale, dove tempo dopo gli elettori trionfalmente lo avrebbero riportato.
A Varese nulla era mutato, si è proceduto come in passato e c’è voluto un intervento esterno per determinare una svolta significativa quale l’autosospensione dal partito dello stesso Caianiello.
Aldilà di questo episodio se mettiamo a fuoco l’obiettivo sulla città è presto per dire se la nuova attività di coordinamento del PDL apporterà benefici reali alla nostra comunità.
Non bisogna dimenticare infatti che Varese in ambito pidiellino per lungo tempo è stata il trascuratissimo Sud: condannata a essere la ruota di scorta della Lega, nessuna carica elettiva importante, anche in Consiglio regionale. La svolta, il riscatto sono arrivati con il soccorso regionale ciellino, rappresentato da Raffaele Cattaneo.
Il PDL “coordinato” sarà sicuramente giudicato in progresso se avranno fatto strada le sue iniziative tese a rilanciare le troppe comunità che venti anni fa sono andate a letto cullate dal concerto di violini del Carroccio e si sono svegliate oggi con l’angoscia della marcia funebre degli ottoni delle bande locali. Già la Lega romana, quella di governo, ha fregato pure i suoi migliori sindaci. Quelli di casa nostra.
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