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Opinioni

ALT ALLO STRANIERO

ALFIO FRANCO VINCI - 11/05/2018

parmalatIl ministro Carlo Calenda esulta perché Telecom finisce nelle mani del fondo americano Elliott anziché della società francese Vivendi.

A parte che non credo ci sia molto da esultare, è comprensibile che i gioielli di famiglia che si è costretti a vendere, o si è impossibilitati a rilevare, si preferisca non darli al vicino di casa per comprensibili sentimenti di gelosia; ma da qui a essere soddisfatti ne passa.

Il problema che non si pone il signor ministro non è chi compra le nostre aziende strategiche; il problema è che queste aziende non si devono e non si possono vendere.

I trasporti, l’energia, le comunicazioni, la cantieristica pesante sono settori strategici per l’economia nazionale nei quali “per motivi di sicurezza nazionale”, come direbbero oltreoceano, nessuno straniero deve entrare e meno che mai assumere il controllo.

I francesi fin dal 2006, preoccupati che le loro campagne di conquista economiche potessero far nascere degli emuli, hanno votato una legge “anti opa” in forza della quale il ministero del Tesoro francese ha il diritto di dire sì o no ad una azienda che intenda acquisire una partecipazione o il controllo di un gruppo francese in un settore strategico, e non solo.

Lo chiamano patriottismo economico e noi l’abbiamo più volte sperimentato, da ultimo con il caso Fincantieri.

Nel frattempo Lactalis compra Parmalat; Vivendi compra Telecom, oggi persa in favore di Elliott con i soldi ed i voti di Cassa Depositi e Prestiti; Veolia e Vivendi comprano aziende acquedottische; le aziende ferroviarie ed aeree passano di mano come se nulla fosse e nell’indifferenza generale.

Nel 2011 l’allora ministro Tremonti, con il via libera di Bersani e l’invocazione della allora presidente di Confindustria Emma Marcegaglia “l’Italia non sia solo preda” provò a far passare, in forza della reciprocità, una legge di tutela delle aziende strategiche e di quelle del Made in Italy, ma decisamente senza successo.

Poi il silenzio e la prona acquiescenza.

Perché ad insistere sull’argomento si rischiava di passare per sovranisti, protezionisti o peggio, patrioti economici? o semplicemente perché ” più che il dolor poté il digiuno”?

Corriamo seriamente il rischio di trovarci prigionieri in casa nostra, perché le aziende che assumono il controllo delle imprese dei settori strategici rispondono, e come, ai loro rispettivi governi, e non è detto che il “volemose bene” duri per sempre.

Non dico di investire il Governo della responsabilità di esercitare obbligatoriamente la golden share sempre e comunque, ma almeno di provarci e di non contribuire con i soldi di CDP a favorire Opa comunque straniere.

Non vorrei che un bel giorno ci svegliassimo senza pane e nemmeno brioches per sopperire, anche perché in Italia, per i responsabili, non c’è la ghigliottina.

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