Ogni coppia tutti i giorni riprende tra le mani i fili pregiati di una lana speciale per ricamare segni e simboli di una vita in buona amicizia. Non sempre la tela sulla quale si ricamano i fatti della vita procede con la stessa velocità e intensità. Ci sono interruzioni e pause più o meno lunghe che rendono il dialogo più o meno intenso, più o meno scorrevole.
A volte si usano colori diversi: il grigio per segnare le giornate un po’ uggiose, il verde per colorare la speranza, il rosso per i momenti intensi d’amore, il giallo e l’arancio per i momenti del dialogo e l’azzurro per segnalare l’orizzonte verso cui si è incamminati.
La tela, col passare del tempo, si arricchisce di colori che si incrociano e abbelliscono una vita mai monotona, ma sempre più impreziosita da inediti atti di generosità, umili scelte di servizio, rinnovati propositi di fedeltà.
Ridare colore alle nostre giornate, coltivare buone relazioni di sincera amicizia, crescere nella fede e nell’amore nonostante gli imprevisti e gli insuccessi nella vita, è possibile se l’animo si fa abitare dalla pace, se non si cede alla subdola ricerca delle cose materiali, se non si brama la ricchezza per la ricchezza, se non si cerca a tutti i costi l’onore e il successo, se si dà senso all’ordinario, che oggi appare già di per sé straordinario!
Il vivere semplice colora la vita, dà ai sensi il tempo di apprezzare il mondo nella sua varietà e riempie il nostro animo di cose vere e significative, come ci ricorda proprio il tempo pasquale. Poiché la risurrezione è il vero centro della nostra fede, noi crediamo che Gesù, risorto dai morti, è lo spartiacque tra un “prima” abitato dalla morte e un “dopo” in cui la vita diventa un futuro pieno di speranza: “Nella stessa natura dell’amore coniugale – spiega il Papa dell’Amoris laetitia – vi è l’apertura al definitivo. Per i credenti è un’alleanza davanti a Dio, che esige fedeltà”.
Noi portiamo frutto nella vita – è la sintesi di tutto il Vangelo – nella misura in cui restiamo innestati in Cristo e, ancor più, accet-tiamo di essere potati per portare più frutto. Con “portare frutto” non si intende cercare risultati appariscenti. Il Vangelo, infatti, ci chiede di seminare, non di raccogliere…
Porta frutto chi prega, chi persevera nel fare il bene, chi resta fedele alla Parola che rimane sempre vera. E in questo “stare aggrappato” al Signore sperimenta la bellezza della morale cattolica, che non è basata sulla rinuncia, ma sul centuplo già qui in terra, non sulla legge ma sull’amore, non sul sacrificio ma sulla fecondità.
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