Come mai simbolica l’apertura del Giro d’Italia con la partenza in Israele.
Un simbolo una memoria un riconoscimento al quel campione che fu Gino Bartali non solo campione, appunto, sulle due ruote ma nell’aiuto alla gente ebrea nel delirante periodo della subìta persecuzione. Una dedica al “Giusto dei giusti” che gli israeliani riconobbero come tale cioè nel loro massimo riconoscimento fuori da qualsiasi coro, dunque, la partenza del Giro 2018 per far posto a qualcosa che porta quasi allo strozzo in gola oltre a tremendo monito.
E allora via! Con una ragione in più per renderti grande caro Giro d’Italia in questo tuo sposalizio tra sport e “Giusto dei giusti” con l’onore, anche, della cittadinanza israeliana.
Lui che era pronto a correre più volte il rischio della vita per portare aiuto al momento ad ottocento ebrei sfruttando per l’occasione il telaio della sua Legnano per portare documenti e altro quanto di pericoloso potesse esistere.
Un Giro 2018, dunque, che sposa lo sport con la riconoscenza: tutto particolare.
Le prime tre tappe consentiranno ad Israele ed al suo popolo di salutare i concorrenti da vicino con partenza da Gerusalemme, la seconda da Tel Aviv e la terza da Eliat.
Prima di sbarcare per la quarta tappa in territorio italiano con partenza da Catania e via verso il nord in una edizione del tutto particolare quanto a tracciato salendo verso le montagne per terminare nella capitale.
Anche qui un rito del tutto diverso rispetto al passato.
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