La Giunta comunale di Varese ha dunque approvato le varianti alle Norme attuative del Piano Regolatore, ultimo ostacolo alla realizzazione del discusso parcheggio sotterraneo all’interno del parco storico cittadino di Villa Augusta. Già il Consiglio Comunale nei mesi scorsi, con una maggioranza blindata, aveva dato l’assenso a tali varianti, sollevando non poche proteste e indignazioni. Perché al di là e al di sopra del caso specifico, è evidente la forzatura fatta dalla maggioranza che, non potendo modificare un progetto pieno di inesattezze ed inadempienze nei confronti della legge, ha pensato bene di modificare le norme pro domo sua. Al comune cittadino ciò non è permesso o meglio può essere concesso solo in casi particolarissimi e con iter complicatissimo tale da scoraggiare ogni velleità in proposito.
Si potrà ora dare corso agli scavi, salvo ripensamenti dell’ultima ora da parte di qualche consigliere di maggioranza – ma esiste a tal proposito ancora l’autonomia di giudizio e l’affrancamento dai diktat di partito? – ; oppure confidare nell’ intervento della magistratura che ha aperto un fascicolo sulla gestione dell’intera vicenda.
Trionfalmente qualche membro della Giunta – ad approvazione portata a casa – ha anche ironizzato sul fatto che nessun varesino avesse avanzato, come previsto dalla legge, osservazioni scritte in opposizione alla costruzione dell’autosilo sotterraneo. Ergo… “chi tace ….acconsente con buona pace di quei pochi “ambientalisti” capaci solo di criticare e di dire no”.
Personalmente ritengo che in tali affermazioni vi sia la ricerca di un consenso che in realtà non c’è, di un volere salvare la faccia davanti all’evidenza di un’opera inutile, costosa e devastante quale è il progetto approvato.
Ma cari amministratori dove le mettiamo le oltre duemila firme di varesini raccolte in poche settimane contro il progetto? Non le avete mai prese in considerazione, quasi fossero aria fritta e non invece opinioni di vostri concittadini che doverosamente avrebbero dovuto, almeno per rispetto, essere prese in esame. Le avete semplicemente solo ignorate, come fate quando qualcosa vi è scomodo o vi irrita. Dove li mettiamo i pareri contrari espressi da esponenti della società civile, da tecnici sopra le parti che da due anni vi stanno dicendo che l’autosilo è una sciocchezza? Dove lo mettiamo il parere contrario della Commissione del Paesaggio, da voi peraltro nominata, che sembrate apprezzare solo quando vi fa comodo e ignorare quando, nell’interesse dei cittadini, esprime pareri a voi scomodi?
Due mesi fa ho voluto presentarmi in quella seduta del Consiglio Comunale che andava ad approvare le varianti al progetto dell’autosilo. Qualche cronista, notandomi in platea, scrisse che a stento ero riuscito a trattenere la rabbia. Verissimo. Ma il senso di frustrazione e impotenza percepito era alto; il clima che si respirava nel Salone Estense era pesante con quei consiglieri di maggioranza che votavano sì solo per adeguarsi a direttive di partito, e non per convinzione; con quelle affermazioni di consapevolezza dello scempio che si andava a compiere, ma nel contempo della sua necessità, perché l’ampliamento dell’Ospedale Del Ponte era stato votato da altri negli anni addietro e quindi non restava altro da fare che esprimersi adesso pilatescamente in favore degli “indispensabili” parcheggi. Aggiungendo dunque un errore all’errore, perché l’ampliamento dell’ Ospedale Del Ponte in quella posizione è di certo un errore. E così nel nome della funzionalità –tutta da dimostrare – di un ospedale si andrà a distruggere un parco storico, a minare alla base il concetto stesso di Città Giardino. Ma dietro questo pragmatismo, questo falso efficientismo tanto diffusi nella maggioranza si cela una profonda carenza culturale.
Perché prima ancora che di tecnica qui bisogna ragionare in termini culturali. Mi chiedo come e a chi possa venire in mente di scavare un buco di quattro piani all’interno di un parco storico tutelato dalla legge sulle bellezze artistiche proprio per i pregi della sua flora. Significa non aver capito cosa sia la “ Città Giardino” in termini culturali,urbanistici e ambientali. Bisognerebbe sostenere a chiare lettere che dai parchi storici bisogna stare alla larga, in ogni loro parte; sono aree da preservare e conservare in toto; in poche parole inedificabili.
Questa è la reale cultura del proprio territorio; è il voler preservare le proprie caratteristiche e peculiarità; non basta scrivere la propria identità in dialetto sui manifesti; occorre farlo per davvero, nei fatti, impedendo distruzioni del territorio come nel caso del parcheggio a Villa Augusta. Pensateci cari amministratori e non trovate a mo’ di giustificazione, quasi a fornirvi un alibi, il fatto che nessun varesino abbia avanzato riserve scritte in merito. Ve ne state assumendo in toto la responsabilità, senza se e senza ma. Mi auguro che non dobbiate pentirvene come sta accadendo per il via libero concesso alla costruzione degli inutili e devastanti alberghi dei mondiali.
Anche allora parlavate di efficienza e di opere indispensabili: ve ne ricordate? O avete già dimenticato?
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