Neanche il tempo di rinnovare le critiche al calcio italiano – stavolta addirittura addossate anche al calcio di marca privata dopo quella nazionale – in chiacchiere peraltro giustificabilissime: la superiorità spagnola che le italiane sbattono all’aria per un verso fornendo un incredibile recupero romano e per l’altro verso mozzando le possibilità della Juve con un rigore ai più parso ingiusto.
Real Madrid promosso al turno e Barcellona sbatacchiata a Roma. In politico sarebbe 1-0 per gli unionisti sui separatisti.
Per quanto concerne la Juve se non altro potrà scrollarsi di dosso – sia pure con scarsa soddisfazione – la fama acquisita di Signora dei penalty a favore: una consolazione pressoché inesistente.
Rigore a parte le tre sventole messe nel sacco madrileno pur non facile da ipotizzare hanno confermato sul campo il valore di una squadra nelle cui file figurano giocatori (e non solo gli Higuain e Dybala) di calibro eccezionali capaci di qualsiasi cosa. Anche se il discorso a essere onesti calza più a tre reti ottenuta mentre prima della tripletta non pareva poi tanto semplice da seguire.
Questo quanto alla Juve.
Più difficile, invece, il ragionamento relativamente alla Roma che a segnare tre reti per volta non pare apparentata.
Quella della Roma al Barcellona è stata, quindi, un’autentica “sberla” da necessaria esultanza.
Con ancora una volta encomio anche per questo De Francesco che pur costretto a un numero di campioni da contare sulle dita, per presenza sempre incerte riesce sempre a essere più magico che mai.
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