IL 22 aprile dello scorso anno a Roma si è congedato dalla vita terrena il Cardinale Attilio Nicora, Don Attilio come preferiva essere chiamato soprattutto dagli amici di Varese dove era nato nel rione della Motta il 16 marzo 1937. Sarà ricordato in un convegno di studio che avrà luogo in città al Salone Estense sabato 12 maggio e che avrà per titolo: “Il lascito spirituale e culturale del Cardinale Attilio Nicora – Il pastore e il diplomatico”. Un titolo che ben riassume le due strade strettamente intrecciate della sua intensa vita di uomo di Chiesa.
In verità al servizio della Chiesa si era speso con grande generosità fin dagli anni giovanili. A Varese, studente del Liceo classico Cairoli, fu infatti animatore dell’Oratorio Veratti, cofondatore e poi direttore del periodico studentesco Michelaccio e presidente di Gioventù Studentesca – nata a Milano nel 1954 per iniziativa di Don Luigi Giussani – di cui aveva colto le grandi novità educative. Al termine degli studi universitari in legge alla Cattolica di Milano (1959), entrò nel Seminario di Venegono e divenne sacerdote nell’autunno del 1964. Inviato a Roma dall’’Arcivescovo Giovanni Colombo per gli studi canonistici, conseguì il dottorato in Diritto Canonico all’Università Gregoriana. Nel ’77 divenne vescovo ausiliare di Milano, a soli quarant’anni, per decisione di Paolo VI dopo aver diretto dal ’70 il Seminario di Venegono. Per alcuni anni accanto al Cardinal Martini in veste di Pro –Vicario Generale, legò poi il suo nome alla Revisione delle leggi concordatarie (1984) e all’introduzione dell’8 per mille, di cui è considerato l’inventore e alle successive applicazioni in fatto di sostentamento del clero, sostegno economico alla Chiesa cattolica e riforma del sistema degli enti ecclesiastici.
Dal 1987 Nicora fu anche al servizio della presidenza della Cei (Commissione episcopale italiana) con una delega per i problemi degli enti e dei beni ecclesiastici e poi copresidente, fino al ’95, della Commissione paritetica Italia – Santa Sede per l’attuazione del nuovo Concordato. Nel frattempo Giovanni Paolo II lo volle vescovo a Verona (1992). Un’esperienza molto significativa quella veronese ma troppo breve che lasciò dentro di lui una sensazione di incompiutezza. “Avrei avuto bisogno di altri cinque anni” confidò ad alcuni amici. Prima di approdare nella città scaligera era stato Presidente della Caritas italiana.
A fine ’97 rientrò alla Cei che lo scelse quale rappresentante dei Vescovi italiani presso la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea della quale, nel 2000, divenne Vicepresidente. Due anni più tardi Giovanni Paolo II ricorse di nuovo a Nicora nominandolo presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica). Il 21 ottobre 2003 fu creato cardinale. Quattro anni dopo per volontà di Benedetto XVI, venne nominato membro della Commissione cardinalizia di vigilanza della Ior (Istituto per le opere di religione) e nel 2011 Presidente dell’Autorità di informazione finanziaria (Aif). In quella veste si occupò con grande rigore, nonostante ostacoli e impedimenti di varia natura, delle regole di correttezza e trasparenza del settore. Si dimise dall’incarico il 30 gennaio 2014.
Promosso dal Comitato amici del Cardinal Nicora, prima pietra di un’Associazione in fase di costituzione, il Convegno del prossimo 12 maggio vuole essere una prima proposta per mantenere viva la sua memoria e il suo insegnamento, con particolare attenzione ai problemi della società, delle categorie più povere, nel campo dei diritti civili e delle strutture economiche.
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