Tra i fattori più rilevanti della nostra crisi sociale c’è anche il crollo dell’educazione civica ridotta ai minimi termini nella sua vera culla, la scuola. È accaduto che dopo una incubazione che può risalire alla fine del secolo scorso, i diritti abbiano prevalso sui doveri nel grande popolo dei familiari degli studenti. Sono finiti cosi all’angolo i docenti, per di più non adeguatamente tutelati dai loro dirigenti e dallo Stato.
I professori oggi vengono aggrediti verbalmente o addirittura picchiati da papà teppisti se si permettono di richiamare o punire con civilissime e previste iniziative i loro Einstein. Che non studiano o comunque violano elementari regole di comportamento. Tra il popolo degli studenti libertà e democrazia vengono calpestate da nuovi giovani squadristi, i bulli che con le loro imprese avvelenano ulteriormente un ambiente dal recente passato comunque gioioso perché una
scuola tranquilla è il vero sale degli anni giovani.
Per richiamare tutti al recupero dei reali valori della scuola il Rotary Club Bodio Varese Sud Laghi, di recente costituitosi in una zona patrimonio dell’umanità per storia e archeologia, dedica il suo primo anno di attività al recupero proprio della educazione civica cominciando dal suo ambito specifico, la scuola. A maggio tutti i nostri licei saranno coinvolti in un seminario sulla Costituzione, la più importante Carta dei diritti e dei doveri che pochi italiani bene conoscono. Nemmeno quando la Repubblica era ancora un bebè la Costituzione veniva letta nei licei. A coordinare il seminario rotariano ci sarà una vera eccellenza, Marta Cartabia, giudice e vicepresidente della Corte Costituzionale.
Veramente un inizio con il botto quello del neonato settimo Rotary Club della nostra provincia, un messaggio chiaro che sull’educazione civica si vuole veramente richiamare l’attenzione dei docenti, dei giovani e anche dell’intera comunità..
La civile nostra cara Varese deve riflettere sull’importanza dell’iniziativa e collaborare. Oggi infatti sono aumentati purtroppo numerosi comportamenti deplorevoli: a parte l’irresponsabilità di parecchi automobilisti- malattia nazionale- le ore notturne vedono raid di veri e propri guastatori, che devastano parchi, ville disabitate, negozi, imbrattano muri, strade. Non siamo ancora alla violenza delle grandi città e non si può attribuire sconquassi ai sedicimila e oltre immigrati presenti nel nostro territorio però è importante che i faticosi tentativi di ricucire il rapporto tra insegnanti e genitori degli studenti si richiamino spesso all’importanza del problema dell’educazione civica.
Se gli esuberanti pirati della notte vengono individuati, anni dopo, pienamente redenti, possono ritrovarsi qualche ricordino ufficiale a Palazzo di Giustizia, magari molto scomodo per la loro carriera o per un semplice posto di lavoro. Sarebbe però ingiusto limitare alle incursioni notturne di giovani la questione dell’educazione civica. Una profonda mala educazione ha infatti investito, anche per il tramite della globalizzazione tecnologica, l’intero Paese per sua natura insofferente e indisciplinato se non storicamente ribelle ogni volta che il vento non gonfia le vele di coloro che erano magari amatissimi sino a poco prima.
La pessima educazione dell’Italia contemporanea si manifesta pesantemente nelle difficoltà che incontrano coloro che sono in prima fila contro la violenza alle donne, contro il dilagare indiscriminato del no alla vita o di una forte incultura dell’amore. E contro chi vorrebbe più rispettati i valori della comunicazione, oggi diventata passerella del turpiloquio addirittura in tv e alla radio.
Per l’ educazione civica è fondamentale la cultura del rispetto e sono basilari gli esempi. La scuola può e deve riappropriarsi del suo ruolo, ma ci sono altri settori della vita della comunità che dovrebbero recuperare valori che noi italiani avevamo riscoperto o assaporato per la prima volta nel dopoguerra. Valori come la politica al servizio del popolo e non del partito o delle sue casse. Valori come la lealtà nello sport e in particolare nel calcio, grande tempio della passione nazionale, ancora oggi violato con comportamenti pesanti, l’ultimo con l’invio di proiettili al responsabile degli arbitri.
Un segnale terribile di mala educazione sportiva di un ambiente tutt’altro che guarito dopo scandali vergognosi e che non viene aiutato nella risalita da alcune sue componenti. Per esempio il tifo che è una brutta malattia e quello calcistico a volte è veramente riprovevole. Nel calcio ci sono altri ammalati gravi. A cominciare dai giocatori che tentano spesso di ingannare gli arbitri. Nel calcio dei giovanissimi la cronaca di questi giorni ha registrato durante una partita l’invito di un papà al figlio: “Spacca le gambe a quello li”. Abbiamo una generazione con padri che proprio non ci stanno con la testa.
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