Vicino a Popper a Vienna, Paul Karl Feyerabend (1924-1994) ha spaziato con le sue ricerche dalla fisica aristotelica alla microfisica. Trasferitosi a Berkeley (USA) con Problemi dell’empirismo (1965-69) esalta il pluralismo teorico e il confronto tra teorie. Nell’opera fondamentale Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza (1970) predica il tema dell’anarchismo metodologico.
Per lui la scienza è un’impresa essenzialmente anarchica. “L’anarchismo è senza dubbio un’eccellente medicina per l’epistemologia e per la filosofia della scienza”; non va inteso in senso storico e politico, bensì come un atteggiamento volto a riconoscere il carattere non ordinato e non gerarchico delle attività umane, l’impossibilità di inquadrarle in un qualche modello filosofico prestabilito. Feyerabend preferisce la definizione di dadaismo (dissacratorio nei riguardi dei valori culturali e morali dominanti, apprezzato per la sua valenza artistica e spensierata, diffidente verso tutto ciò che è serio e profondo).
Nella storia dell’impresa scientifica Feyerabend ravvisa complessità e caoticità. “I fatti che entrano nella nostra conoscenza sono già visti in un certo modo e sono perciò essenzialmente ideazionali”. All’indagine storica è negata qualsivoglia rigidità metodologica. C’è tutta una varietà inesplorata dei segreti della natura e dell’uomo, sono irrinunciabili la libertà individuale, la libera creatività umana anche sul terreno della scienza. I fattori extralogici sono stati determinanti per il progresso scientifico,necessarie le violazioni delle norme per il progresso.
L’invenzione dell’atomismo nell’antichità, la rivoluzione copernicana, l’avvento della teoria atomica moderna, il graduale emergere della teoria ondulatoria della luce si verificarono solo perché alcuni pensatori o decisero di non lasciarsi vincolare da certe norme metodologiche o perché involontariamente le violarono. In Feyerabend c’è una critica evidente del valore stesso del ragionamento, dell’argomentazione razionale, a favore della retorica come arte della convinzione. Non si può accettare un primato dell’idea sulla dimensione creativa che, nella sua complessità, presenta elementi di passionalità ludica non razionalizzabili. Vale il principio: Qualsiasi cosa può andar bene.Prevedere regole fisse e universali per la scienza è irrealistico (sarebbe una visione semplicistica dell’attività umana, dogmatismo). Scienza e pratica di pensiero non sono superiori ad altre manifestazioni della creatività umana, quali il mito e la religione.
Copernico è riuscito ad affermare la sua teoria tramite “l’uso ascientifico di idee antidiluviane, quali il pitagorismo e il platonismo “. C’è una diffusione di elementi mitici, religiosi, sociali ed estetici anche all’interno della scienza, una propensione psicologica relativa al gusto piuttosto che al rigore logico. C’è im Feyerabend un interesse specifico per il ruolo sociale della scienza e il comportamento politico da assumere nei suoi riguardi : netta la separazione tra scienza e Stato.
Il controllo politico sulla scienza in una società democratica deve essere esercitato da tutti i cittadini, anche se non esperti. Il cittadino maturo non si lascerà truffare dal primo cantore ideologico, studierà la scienza come fenomeno storico e non come l’unico modo ragionevole di accostarsi a un problema. La scienza e le scuole saranno separate altrettanto nettamente quanto sono separate oggi la religione e le scuole. Sulle decisioni del Governo gli scienziati non avranno un’autorità assoluta. Il funzionamento che regola una società libera poggia, in una prospettiva di liberalismo radicale, sulle decisioni libere degli individui, non su principi e valori, siano essi quelli della fede o della razionalità (c’è un richiamo alla teoria della libertà di John Stuart Mill).
L’anarchismo metodologico assume un rilievo fortemente pragmatico e relativista. La scienza in una società libera (1978): questi sono gli elementi del relativismo che vi sono sostenuti: le tradizioni esistono e non sono soggette a giudizio; l’accettazione o il rifiuto di una tradizione scaturisce sempre dall’adesione ad un’altra tradizione; il relativismo è filosofia razionale e civile (v. Protagora); la soluzione dei problemi collettivi può avvenire tramite il libero scambio o lo scambio guidato, che accetta una tradizione di riferimento; una società libera tutela tutte le tradizioni; una società libera vive di scambi intellettuali liberi; una società libera separa lo Stato da ogni tradizione.
La scienza è soltanto un aspetto sopravvalutato del contesto sociale. Schrödinger ha osservato che il ristagno conduce abitualmente alla “fuga nella gnoseologia”. La dissoluzione dell’epistemologia come ricerca sui fondamenti del sapere scientifico è definitivamente consumata. Le teorie scientifiche sono legate a fattori extrascientifici non riconoscibili una volta per tutte.
Altre opere: Scienza come arte (1981), Addio alla ragione. Saggi filosofici (1987), Ammazzando il tempo (1994, autobiografia).
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