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Società

DRAMMA D’ESSERE DONNA

FELICE MAGNANI - 30/03/2018

donnaLe ricorrenze si susseguono, le feste anche, i media informano, ma i drammi sono sempre più frequenti. Ogni giorno una donna paga con la vita il proprio essere donna. La bellezza, il fascino, la dolcezza, la maternità non fanno sconti, il mostro cova nel silenzio, mette a punto le sue strategie, esce allo scoperto quando la vittima di turno pensa, forse, di aver risolto i suoi problemi, di aver trovato la soluzione giusta.

Il male è straordinariamente in agguato e si carica sistematicamente di cattiveria. Va incontro alle sue vittime senza lasciare loro il tempo di trovare la via della salvezza. Viviamo un momento terribile, in virtù anche di una visibilità che non si risparmia e che, nel bene e nel male, offre un campo visivo e riflessivo di proporzioni gigantesche. Cosa c’è dietro i drammi delle donne? Certamente qualcosa che si è guastato nel sistema educativo, qualcosa che ha a che vedere con il rispetto, il pudore, l’immagine, i ruoli, i valori, una società che pensa troppo a se stessa e non a consolidare e a potenziare quel sistema relazionale che trovi nel rispetto la fonte educativa a cui attingere.

L’idea di una mascolinità onnipotente, la mancanza di un’educazione radicata nella coscienza familiare e in quella sociale, una decadenza prostrante dei ruoli e delle figure di riferimento, l’idea che tutto si possa fare negando le leggi e il buon senso, una sconvolgente confusione di ruoli, confidenze e amicizie eccessive hanno generato vuoti siderali, dove il valore ha perso di consistenza etica e morale, diventando oggetto di arbitraria manipolazione.

Viviamo in una società che ha sopravvalutato la democrazia, la libertà, il benessere, che non riesce più a far quadrare i conti, a rimettere i valori al loro posto e che spesso si spinge oltre, dimenticando che superato quel limite di contenimento esiste solo la caduta verticale, dove tutto si brucia e si consuma senza lasciare impronte.

Il mondo è pervaso da un’idea di possesso che snatura ogni identità, ogni equilibrio, che riduce tutto a un materialismo senza speranza. Si tratta di un mondo dove crescono a dismisura le frustrazioni, le insoddisfazioni, le delusioni e dove diventa costante pensare di essere sempre nel giusto, di poter fare tutto e il contrario di tutto perché, forse, ci siamo dimenticati che la vita non è nostra, ma si tratta bensì di un bene preziosissimo che abbiamo ricevuto e di cui dobbiamo rendere conto.

 La donna cerca di gestire la sua libertà, ma fatica moltissimo a uscire da una condizione che la vede spesso emarginata e a causa della quale continua, nonostante tutto, a vivere una condizione di subalternità. È costretta a pagare prezzi elevatissimi per rimettere in equilibrio situazioni, modelli e realtà che sono mutati profondamente nel corso del tempo.

Manca nella società di oggi un’educazione morale e sociale che rimetta le cose a posto, nel rispetto di quella dignità umana, legislativa e costituzionale sulla quale abbiamo costruito la nostra rinascita. Rilanciare il ruolo della donna significa riconoscerle quella fondamentale rilevanza umana, familiare, normativa e sociale che rimetterebbe in ordine tutto il sistema educativo, non solo a parole.

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