Facciamo un gioco? Eh sì, perché al nostro livello non può essere che un gioco cercare di scoprire chi realmente c’è dietro ai politici o se agiscono con originalità loro. È un gioco superficiale e scherzoso perché non abbiamo i mezzi per essere profondi. Premettiamo che giochiamo con malizia, ma tutti sappiamo che la malizia indovina. Noi possiamo solo far ipotesi e scommesse. Scommesse quasi come quando uno va in una sala giochi o al “botteghino del lotto” d’una volta? No! Noi facciamo veramente un gioco perché non ci sono vincite. Vogliamo solo sorridere in questa faticosa “valle di lacrime”.
In un recentissimo articolo un noto editorialista, ma anche altri prima di lui, parla di “cerchi magici” presenti da tempo o che si sviluppano, più o meno spontanei, quando il politico acquisisce potere. Cerchi magici positivi o drammaticamente negativi, perché talvolta odorano (o si può dire “puzzano”?) di mafia. L’editorialista dietro ad un noto politico toscano non vede però un cerchio ma un “giglio fiorentino”, quindi non solo una armonia di dolci curve, ma anche angoli acuti: che siano quelli che gli hanno fatto infilare quel rosario di errori di cui deve auto criticarsi? “Deve” o “dovrebbe” perché ha l’aria di uno che crede che gli errori li commettono gli altri, lui mai. O peggio: lui gli errori non li vede?.
Ma non divaghiamo: andiamo avanti a giocare. Dietro al barbuto comico e al suo sempre ben pettinato tipetto, che spesso ha in odio i congiuntivi, ma che porta vestiti di marca, che cerchio magico c’è? Un abile programmatore che supportava il padre che purtroppo non c’è più, di cui politicamente non si sente la mancanza, o anche altri personaggi genovesi? Cerchio magico o dietro alla geometria qualcosa di più consistente, ma più occulto: una lobby? Ripeto che noi stiamo giocando e non abbiamo prove però le lobbies ci sono. La loro presenza la “palpiamo” tutti nella nostra società. Ne è piena l’Italia, ma addirittura l’Europa.
Passiamo ad altro: dietro la damina bionda dell’estrema destra, chi c’è? C’è il cerchio che supportava ai tempi quel politico un po’ allampanato, che si è sciolto al sole di Monte Carlo? E dietro il noto immobiliarista milanese? È supportato o è lui, con i suoi soldini che fa rotolare il cerchio, come un tempo i ragazzini giocavano facendo correre cerchioni: sottili di legno affilato i più ricchi, banali cerchi di bicicletta i più poveri? Ed il barbuto roboante leghista, che sostituisce il roco occhialuto fondatore, ma inaffondabile (i suoi ciechi fedeli lo rianimano con commovente costanza….), che cerchio ha alle spalle? I giornali un tempo parlarono di cerchio magico di Gemonio. Ogni comune ha il suo cerchio magico di occulti sostenitori, timorosi delle sinistre (con quelli lì non si sa mai: lasciano qui i negri)? Abbiamo quindi non un cerchio unico ma invece numerosi cerchietti? Come quelli che usavano una volta le bimbe: il romantico innocente giocherello dei cerchietti, decisamente noioso, ora sostituito dalle consumistiche “barbie”. Ora il barbuto vociante, irruente, verboso, populista, invasivo, e felposo, (ed in quanto tale, ossia felposo,) sembra ammorbidirsi.
E la sinistra? Anche lei ha i suoi cerchi, che però oltre ad essere troppi, sono molto sgangherati. Difetto base: sono predisposti a facile riproduzione, come la amebe. Ne stai guardando una al microscopio: si muove un pò di qui, poi va di là. Vedi che ingloba qualcosa. Ti distrai un momento, riguardi: sono due, ma più piccole e più deboli della prima, ognuna col suo cerchietto magico, ma ancor più “scalcagnato” del primo. Concludendo: la sinistra ha tanti brutti cerchi magici ed un giglio che invece di portar fortuna, come dovrebbe, mena gramo. Poi i tanti cerchi si scontrano tra di loro perché troppo ricchi di protagonismo. Tanti son lì per la loro “carriera politica” non per far correre tutti assieme uno stupendo cerchio al titanio, che faccia veloci nuove volute e belle corse. E poi certi cerchi sono troppo vecchi e non lasciano correre quelli nuovi, più giovani, che hanno già un difetto, il protagonismo come appena detto: non hanno avuto la lezione del collettivo, che ora chiamiamo calcisticamente “gioco di squadra”, che è tanto poco praticato che ci hanno buttato fuori anche dai mondiali di calcio.
Un altro noto editorialista, via i cerchi magici, ha meditato sui buchi neri dell’universo, concludendo che, pur essendo misteriosi e oscuri, noi italiani li conosciamo ugualmente bene perché ogni tanto ci finisce dentro qualche politico di cui non si sa poi più nulla. Abbiamo parlato di quello sciolto al sole, ma del “dentoso” ministro degli esteri del recente passato? Ed altri eleganti e sottili logorroici dei trascorsi di sinistra, capaci di far cadere un governo con incosciente facilità, sgambettandolo per via della indigesta mortadella? Tutti nei buchi neri?
Un capacissimo economista “bocconiano”, veloce come la luce ha pubblicato un volumetto, in cui con ferrea logica matematica, spiega che, se verranno mantenute le promesse mendaci della trascorsa campagna elettorale, nel buco nero finiremo dentro noi italiani con la nostra bella Italia, nonostante i volontari che cercano di salvarla, rivalutarla; direi rifondarla. Veramente commoventi questi onesti rari e silenti, dotati di ” testarda resistenza …. in quello strano spazio di libertà consentito dalla indifferenza dei potenti” (P. Rumiz – Morimondo – Feltrinelli).
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