Sport

SCI MERAVIGLIOSO

ETTORE PAGANI - 23/03/2018

Sarà giusto, o quanto meno logico, criticare –anche a livello dinamitardo – il nostro sport quando le cose vanno a rotoli ma altrettanto giusto deve essere esaltarlo se tutta va bene o – per essere precisi – benissimo.

Alla bufera tremenda scatenatasi sul nostro calcio è d’obbligo saltare a quello che è successo dopo.

Si parla, ovviamente, dello sci, stavolta con parziale rivincita anche dello sci maschile più che degnamente comportatosi alle paralimpiadi con la coppia Bertagnolli-Casal e nel SuperG di Are con il secondo posto di Innerhofer.

Giusto parlare di rivincita maschile ma altrettanto giusto ribadire le eccezionali prestazioni delle femmine rispetto ai maschi sempre – sostanzialmente – assenti.

Ai vertici di detto successo ancora la Moioli e la Goggia che, grandissime nelle loro prestazioni olimpiche, si sono superate nella coppa del mondo aggiudicandosi il primato assoluto nelle rispettive specialità (snowboard cross e discesa).

Al di là delle prestazioni singole sta il fattore – più importante – del valore di una scelta nello sci femminile risultato all’altezza di far degno seguito alle nostre campionesse del passato.

Intanto gustiamoci il sapore profondo di una vittoria come quella di Sofia che dall’epoca di una campionessa come Isolde non conoscevamo più. E questo senza nulla togliere al trionfo olimpico e mondiale della Moioli in una specialità un po’ meno conosciuta.

Quanto alla Goggia godiamoci anche il gusto di quel “ce l’ho fatta” saltato fuori a furor di fiato al momento in cui ha saputo di avere mantenuto, almeno per quanto necessario, il margine sulla Lindsey Vonn regina delle nevi la rivale ma, soprattutto, grande amica della nostra campionessa.

In un capitolo bellissimo di amicizia che dura mescolandosi alla gloria.

Un’amicizia nata su un aereo in cui la statunitense cedette il proprio biglietto di business class a Sofia – costretta sulla carrozzina da un incidente – per favorirne il viaggio.

Una vicenda che è rimasta nel tempo a far da corona alla gloria delle due campionesse.