“Questa libertà, che rende possibili spazi di autonomia, apertura al mondo e nuove esperienze – precisa papa Francesco – permette che la relazione si arricchisca e non diventi un rapporto chiuso, senza orizzonti”.
La storia de “Il Gabbiano Jonathan Livigstone” è emblematica. Tutti siamo potenziali acrobati nell’arte del volo: basta fidarsi di Dio e di un maestro in grado di testimoniare che non è sufficiente allenarsi al volo perfetto.
Occorre imparare a capire il segreto della bellezza, della bontà, dell’amore, il segreto della vita nascosto nella morte, il segreto della Bibbia che (in quaresima, e non solo) addita il deserto quale luogo privilegiato per imparare ad amare.
Nel deserto – l’abbiamo meditato poche settimane fa – si affrontano le tre tentazioni che riassumono tutto il travaglio di questo nostro povero cuore: prosperità, potere e popolarità.
Riusciamo a capire che di solo pane l’uomo muore?
Che la volontà di dominio ubriaca e genera quella strana forza di gravità che ci fa ripiegare su noi stessi, diventando egoisti, soli e angosciati?
Che la popolarità acceca, facendoci concentrare sul nostro ombelico e svuotandoci, come se non contasse più il nostro essere, perché vittima dell’apparire?
Nel deserto risuona la sfida: “Ecco io pongo davanti a te la vita e la morte”. Sfida che turba questo nostro cuore fatto di luce e di cenere. Cenere che la Parola farà vivere, come nel giardino dell’Eden, là dove il vento di Dio ti fa innalzare fino alle sublimi vette dalle quali si vede con occhi nuovi il mondo e dove si prova l’ebbrezza di abbandonarsi come un gabbiano cullato dal vento.
Anche gli sposi devono rendersi conto che sono come i gabbiani: nati per la pienezza di vita, capaci di vincere ogni impedimento al volo, assetati di quell’unica legge che conduce alla libertà chi ha il coraggio di nutrire un grande desiderio.
Chi scopre il privilegio e vive la grazia di stare con Dio, sta anche quaranta giorni nel deserto, per vederlo fiorire!
Ma questi sono tempi difficili per ragazzi e giovani: probabilmente l’infinito li spaventa. Chi ha mortificato i loro sogni? Chi ha tarpato loro le ali? O chi le ha spezzate?
Ai giovani – l’esperienza ce lo insegna – va data fiducia: in tutti i campi, anche in quelli della fede e dell’amore: dobbiamo avere il coraggio di proporre grandi ideali, perché se a loro si chiede poco, danno niente; ma se si chiede molto, danno tutto.
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