La cultura sarà ciò che ci salverà. Non è facile giudicare gli eventi che segnano il nostro vivere, sia in senso positivo che negativo, e discernere quale è l’importante, quale il superficiale. Sarà il nostro sapere che ci guiderà nel marasma convulso della vita. La cultura potrà e saprà suggerirci l’interpretazione della vita. Ciò che coloro che ci hanno preceduto ci hanno lasciato, ciò che abbiamo saputo conquistare con la fatica del nostro cervello, le esperienze vissute, il nostro studiare, il nostro meditare sarà la mia salvezza. La nostra cultura, unica ed irripetibile, ci è stata data dalla nostra civiltà, dal nostro ambiente, dalla storia dei nostri padri. Nessuno può togliercela perché stampata nel nostro vivere, nelle nostre tradizioni, nel nostro credere.
La tecnologia, frutto del progresso, sembra stia per soffocarci. La tecnologia ci sta rubando il lavoro. La tecnologia ci sta creando la miseria. Sembra che una intelligenza tecnologica, quella che chiamiamo artificiale, deciderà in futuro il nostro destino di vita. Un software deciderà se varrà la pena curarci o abbandonarci al nostro destino perché troppo costosi, ma quel circuito non potrà rubarmi la mia cultura che è ciò che mi rende libero. Sono e sarò libero se avrò cultura e saprò regolare, guidare la tecnologia.
Nel secolo passato, che qualcuno ha definito “il secolo breve”, erano le ideologie degenerate, senza cultura o con una cultura falsa, che decidevano il destino dei popoli. Quelli che si salvarono furono gli uomini di cultura, che combatterono e superarono le ideologie anche se in mezzo a grandi sofferenze. Il pericolo contro la vita c’è anche nel nostro secolo, ma sarà la cultura a difenderci.
Torniamo al problema del fine vita: di fronte al cessare della vita è il sapere che aiuta e salva, come stanno constatando studiosi di più discipline che vivono accanto a pazienti che si avviano al tramonto. Vien da pensare che di fronte alla morte non ci sia libertà, ed invece il nostro “pensare” ci dà ancora scelte: diversi infatti sono i comportamenti, il modo di affrontare gli eventi. In molti prevale la mancanza di speranza e chiedono il sonno eterno, ma sono altrettanto numerosi quelli che ne hanno tanta di speranza e bevono a gran sorsate i momenti della vita.
Vien da chiederci: chi può annullare la libertà culturale che deve impregnare la nostra vita? Sono tanti i fattori che la minacciano. Tra questi spicca la pubblicità (intesa in senso lato) che usa le nuove tecnologie supportata dalla scienza della comunicazione e dai sinistri cultori della psicologia analogica. Con le sue tecniche sofisticate riesce ad incidere a livello dell’inconscio, impedendoci scelte e facendoci fare ciò che altri vogliono. Questa non è una osservazione nuova, ma appunto siamo stati indotti ad una tale rassegnazione su questo stato di cose che solo con un atto culturale potremo ribellarci.
Minaccia per la libertà può essere un tipo di educazione che invece di dare apertura di pensiero, la soffoca.. Sembra un paradosso, ma i genitori convinti di ben educare commettono spesso l’errore di imporre le loro linee educative, ovviamente ritenute vere, inculcando nei figli ciò che essi stessi vogliono invece di insegnare a pensare liberamente. In assoluta buona fede si sceglie per i figli. Non è un discorso semplice questo perché è un diritto dovere dei genitori cercare di educare i figli nel modo che loro ritengono più opportuno.
Si può sbagliare a causa di autoreferenzialità, ossia fattore “che porta a basarsi esclusivamente su se stessi e sui propri desideri, non curandosi dei rapporti con altre realtà”. Questo toglie molta libertà di cultura a tutti, genitori e figli, perché il pensiero non spazia sulla realtà più ampia. Si perde il sano relativismo necessario per essere liberi, nella consapevolezza che certezze assolute non esistono.
Altra banalità pericolosa sono le abitudini di vita che ci avvolgono e coinvolgono, impedendoci di cambiare modi di pensare e di vivere, pur lasciandoci nella convinzione d’essere liberi.
Veramente tante le minacce alla libertà vera. Qualcuno parlò di schiavitù del peccato, ma indicò anche la nuova cultura che poteva scioglierla.
L’amore per la cultura, invece, mi lascia capacità di apprezzare la realtà nella sua ampiezza permettendomi una possibilità di giudizio più ampia, insegnandomi e suggerendomi le possibilità di rimediare a ciò che lega le mani ideali, impedendomi di gustare e vivere il “bello”, fondamento della vita.
Che tipo di cultura? Si deve avere cultura laica o religiosa? La cultura non ha distinzioni perché, forte della libertà che genera, può guidare nella vita ed accettare il pensiero di tutti.
Vien in mente un paragone botanico: una pianta, un fiore lasciato libero nel terreno genera frutti, chiuso in un vaso è prigioniero e solo un saggio giardiniere riesce a farlo fruttificare.
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