Non posso non essere molto preoccupato per le modalità con cui è gestita la presenza di molti cani nel comune di Busto Arsizio. Sto discettando del fatto che ci sono in questo momento storico più cani che bambini e che un numero così elevato pone problemi che non possono essere solamente affrontati dalla presidente della società Agesp.
Questa società, a seguito di una ricerca, individua solo in nove le contravvenzioni elevate dalla vigilanza urbana ai proprietari indisciplinati degli animali; discolpa la vigilanza urbana perché in altre faccende affaccendata e vuole intervenire, dando ragione a chi protesta. Constata, infatti, che in certi punti della città la situazione è veramente indecorosa e ad aggravare il tutto c’è il fatto che questi comportamenti si ripetono rendendo inaccettabile una situazione per cui non esiste la minima giustificazione. Vuole, così, “bombardare i padroni dei quattro zampe con messaggi che li invitino ad avere rispetto della città, partendo dalle zone che sono particolarmente segnate da questa problematica, in modo da posizionare un’adeguata cartellonistica e da realizzare pure delle scritte sui marciapiedi, accanto alle aiuole, affinché tutti abbiano sotto gli occhi quell’invito a ripulire nel momento stesso in cui Fido sta facendo i propri bisogni. Spera, la presidente, così, che si tratti del modo adeguato per stimolare i cittadini, proprietari di cani, a fare un po’ più di attenzione ed a essere più corretti. La stessa vorrebbe anche potenziare il numero dei cestini in cui gettare i sacchetti con gli escrementi.
Ho ragione di ritenere che far così serva a poco. Occorre una presa di posizione innanzitutto degli amministratori che non possono limitarsi a fare finta di niente. La città deve essere preparata e quindi istruita ad accogliere e a ospitare. Occorre venga sviluppato e studiato il rapporto cane-città chiamando relatori e anche esponenti di altre grandi città che hanno affrontato il problema.
È necessario, principalmente che gli amministratori, si rendano conto che le strumentazioni finora utilizzate per affrontare il problema, non servono allo scopo. Nove contravvenzioni elevate in un anno a proprietari incivili di cani (ci rifacciamo a quanto ha dichiarato la presidente di Agesp), dimostrano come coloro che amministrano Busto Arsizio non abbiano utilizzato sinora metodi adeguati per poter affrontare con efficacia il problema della polluzione canina.
Per farlo è importante che gli amministratori guardino a quanto fanno gli altri, adottino un preciso regolamento sui rifiuti (nei quali vanno compresi anche gli escrementi degli animali), con cui si stabiliscano gli esatti oneri cui deve sottostare il proprietario di un animale e si dotino di un ufficio animali con strumentazioni adeguate. Sarebbe anche d’uopo che il comune dia poteri anche ai privati interessati perché possano aiutare la vigilanza urbana a esercitare i propri compiti. Innanzitutto viene istintuale notare che in Provincia di Varese sono già tre i comuni che hanno deciso di affrontare, attraverso il metodo Dna, il problema delle deiezioni abbandonate su strada.
Non so se questo possa chiamarsi un metodo efficace. Sta di fatto che di questa tecnica aveva parlato il Corriere della Sera come quanto adottato in Germania per affrontare il problema delle deiezioni canine, con risultati positivi.
La questione di individuare una tecnica nuova per affrontare questo problema ha dei risultati comunque positivi. Il proprietario di un cane deve portarlo dal veterinario che, con estrema facilità, e con pochissime spese, individuerà quale sia il Dna dell’animale, nonché il numero del microchip. A questo punto il proprietario andrà all’ufficio animali presso il Comune e procederà a fare tutte le segnalazioni necessarie. L’ufficio informerà il proprietario sui diritti e sugli obblighi di avere con sé un animale e potrà completamente aggiornare l’inventario dei cani presenti in città. L’assessorato che si occupa della vigilanza urbana ovvero la società incaricata, informerà i membri della polizia urbana, ovvero il personale, sui numeri di microchip dei cani presenti in città e li doterà della apposita e semplice strumentazione per poter individuare il Dna dell’animale a seguito del ritrovo di un escremento in un’area destinata alla frequentazione dei cittadini.
Gli amministratori avranno poi un inventario aggiornato per potere prendere delle decisioni amministrative e per potere avvertire i proprietari degli animali riguardo a queste.
È necessario, pertanto, che il sindaco si prenda ogni responsabilità del caso decidendo, con la giunta comunale, che cosa fare e impartendo degli ordini precisi. Non sarà l’amministratore di una società esterna ad assumersi tutte le responsabilità sui comportamenti dei cittadini e sui soldi che occorre spendere.
Se si necessitasse di un mio consiglio sono chiaramente, come volontario, a disposizione.
Foto cane
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