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Apologie Paradossali

VACCINI POSSIBILI

COSTANTE PORTATADINO - 09/03/2018

vaccini(C) Non chiedetemi commenti elettorali, tanto meno previsioni sulla formazione del governo, visto che  non sanno districarsi né i più famosi ‘scienziati della politica’, né gli stessi autori della legge elettorale, che  si erano semplicemente illusi di averla costruita a proprio vantaggio, forse proprio per impedire la vittoria chiara della coalizione o del partito avversario, non sperando nel successo del proprio. Mi sposto su un tema ‘civile’, che però non è stato estraneo al successo dei quasi-vincitori delle elezioni: i VACCINI.

(S) Vabbè, Lega e M5S  oltre che euroscettici sono stati vaccino-scettici, ma non è stato certamente il tema decisivo.

(C) Certo che no; tuttavia lo prendo come elemento-spia della condizione culturale di base dell’elettorato, l’insicurezza che genera diffidenza anzi sospetto. Se qualche mese fa il CENSIS  aveva insistito sul rancore come sentimento dominante nel popolo italiano, oggi mi sento di aggiungere il sospetto e di sottolineare come esso abbia una connotazione culturale molto più forte e quindi potenzialmente più duratura del rancore. Mi è venuta questa idea mentre firmavo, come presidente di una scuola dell’infanzia, le lettere di  richiamo ai genitori che non hanno ancora presentato i certificati di vaccinazione o i documenti equivalenti. Sono parecchi forse per lo più distratti, ma qualcuno è una specie di ‘irriducibile’, presentandosi come accanito difensore della propria libertà di scelta.

(O) Non vorrai rifilarci un pastone metafisico sulla vera libertà,  che non è fare ciò che si vuole, ma… quindi gli italiani hanno tutti sbagliato a votare come hanno votato.

(C)  No, sono anzi molto affezionato, trattandosi di elezioni democratiche, a questa libertà di scegliere ciò che si vuole e per le ragioni più diverse: ideali, interessi, identità storiche, linguistiche e  culturali, convinzioni etiche e religiose. Sono convinto che il rispetto per le convinzioni personali e per le differenze di opinione non confligga con il bene comune, cui ci ha vigorosamente richiamati lo stesso Papa Francesco, poche settimane fa, da Cesena. Se non ci fossero differenze, il mondo sarebbe condannato all’immobilismo, l’uniformità e non l’unanimità costringerebbe le persone dentro camicie di forza spirituali e talvolta persino materiali.

(O) Per questa ragione ero stato contento del ritorno, pur parziale, al sistema proporzionale. Che valorizza quel pezzo di verità che ci può essere anche nel frammento, nel contributo che un piccolo partito identitario, che non raccoglie gli umori altalenanti degli strati più larghi dell’opinione pubblica, può trovarsi ad offrire da solo. Il Parlamento è poi il luogo giusto dove confrontarsi, attenuando le differenze, cercando le convergenze e non deve diventare la cassa di risonanza delle denigrazioni reciproche, dello svilimento dell’avversario. Che senso ha giurare sull’esclusione perpetua della possibilità di collaborare, dopo aver approvato un sistema elettorale proporzionale

(C) Questo mi trova d’accordo. Mi preoccupa invece molto una ‘cultura del sospetto’ che si estenda oltre i confini della politica e della finanza globalizzata, includendo scienza, tecnica e medicina, come nel caso dei vaccini, ma potremmo andare a toccare gli OGM, i cibi in genere, la gestione dell’ambiente e via fantasticando.

(O)  Capisco che vuoi distinguere sospetto da dubbio o da  ‘consapevolezza della propria ignoranza’: questi sentimenti aprirebbero alla ricerca, alla collaborazione, all’incontro con un maestro. Dal sospetto non può certo nascere una cultura del dialogo. Un piccolo esempio: pochi giorni fa mi sono dovuto trattenere per parecchio tempo nei pressi di una università all’ora dell’uscita. Ho fatto una specie di censimento delle facce degli studenti, in relazione a tre categorie di comportamento: i gruppi di tre o quattro costituivano la categoria degli allegroni, quelli al telefonino (la maggioranza) la categoria dei perplessi, per  lo più indifferenti, alcuni rasserenati dalla conversazione, i più tristi i  erano i solitari, con l’eccezione di una ragazza, improvvisamente illuminata da un sorriso (non mi sono azzardato a voltarmi per scoprire  se era un bel giovanotto che  compariva alle mie spalle).

(S) Eppure in quel che dite c’è sempre qualcosa che non mi convince: pensare che tutte le relazioni sono buone è un’ingenuità, pensate a quelle che nascono improvvise tra adolescenti e oggi su su  fin ben oltre la giovinezza. Il rimedio alla chiusura nel sospetto non è una disarmante creduloneria o il cosiddetto buonismo; anche il dialogo presuppone consapevolezza di se stessi, della propria identità. Se pensate che il rimedio sia ‘il maestro’, vi illudete. Come nella famiglia non  basta che i genitori siano attenti, nella scuola che i maestri siano preparati, così nella società, ovviamente a maggior ragione, occorre un’autorità che prenda le decisioni e che le faccia rispettare. Per tornare al nostro caso, l’autorità della legge. Quindi, Costante,  non deflettere, per le vaccinazioni c’è una legge, è stata fatta per il bene comune da un organo competente e democratico: falla rispettare.

(C) Non avevo il minimo dubbio. Tuttavia cercherò un dialogo con quei genitori che avessero delle resistenze, facendo presente la mia esperienza di padre di un ragazzo che per problemi neurologici non ha potuto essere vaccinato. Ma si trattava di una prescrizione medica stringente, basata su argomenti scientificamente consolidati. Ora che è diventato adulto, invece, la neurologa mi prescrive tassativamente la vaccinazione antinfluenzale, per il suo bene e per quelli di tutti. Aggiungo che anni fa mi prescrisse a cuor leggero l’esenzione dalla vaccinazione contro il morbillo, solo  perché la malattia risultava praticamente eradicata, grazie alla vaccinazione obbligatoria, mentre ora è tornata minacciosa, da quando la facoltatività  ha lasciato scoperta una fascia consistente di popolazione infantile .

(S) Queste cose non ditele a me. Mi sono trattenuto finora, ma devo proprio dirvelo: quando ero bambino il vaccino per il morbillo non c’era, ho preso la malattia in forma normale,  ma le  hanno fatto seguito broncopolmonite e ricadute, ho quasi  perso un anno di scuola.

Come vaccinatore convinto mi chiedo: ma non esiste un vaccino contro l’ignoranza presuntuosa, che, come dice Costante, finge di nobilitarsi  chiamandosi sospetto o addirittura libertà di autodeterminazione? Pensate quale buon uso se ne potrebbe fare in politica e non solo sugli eletti, ma pure sugli elettori!

(C) Torniamo sempre al punto dolente.  Ne riparleremo  quando i bollenti spiriti agitati dalla campagna elettore e da risultati alquanto divergenti si saranno un po’ calmati.  Dico solo che un minimo di senso di responsabilità dovrebbe indurre tutti, ripeto tutti, partiti e cittadini, ad accettare una tregua non breve per elaborare non una nuova legge elettorale che porti non ad una ripetuta bellicosa campagna elettorale, ma che consenta di elaborare una meditata e condivisa riforma costituzionale.

(O) Responsabilità è una parola grossa, in questo clima sociale, non solo politico, meditazione e condivisione sono un sogno, quasi come il vaccino contro l’ignoranza presuntuosa che vorrebbe il  Bastiano Conformi. Cominciamo dalle vaccinazioni possibili e confutiamo almeno in questo campo la cultura del sospetto. Il resto, speriamo, verrà col tempo.

(C) Costante  (O) Onirio Desti  (S) Sebastiano Conformi

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