Giovedì scorso, nelle prime ore del mattino, è scomparso il professor Emilio Bortoluzzi.
Emilio Bortoluzzi è stato uno dei primi dieci anestesisti d’Italia, fondatore del Centro di rianimazione dell’Ospedale di Circolo di Varese.
Personalità colta e garbata, ha profuso la sua generosità nell’attività professionale, salvando migliaia di vite con assoluta dedizione, grande competenza, umanità e disponibilità senza riserve.
“Bortoluzzi ha attraversato quasi un secolo di attività creativa nel silenzio vivo della sua doppia vita, quella di medico e quella di poeta.”
È stato un cultore delle arti e della cultura, promotore di una intensa attività concertistica, tra I fondatori dell’Associazione Amici dell’Università, di cui ricoprì la carica di presidente, fondatore e caporedattore della rivista La Ruota del Rotary Club di Varese.
È stato autore di 14 volumi di poesie, pubblicati da case editrici prestigiose quali All’insegna del Pesce d’Oro di Vanni Scheiwiller e Armando Dadò Editore di Locarno.
Vivo il cordoglio della città per la sua scomparsa.
Le esequie si terranno sabato 3 marzo alle ore 15 presso la chiesa di Santo Stefano a Velate, Varese.
Ai familiari le condoglianze di RMFonline.
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cavalli mi portano dove spinge il mio cuore, il mio thymós.
Parmenide
Se la vita di un uomo potesse essere rappresentata da una carta geografica, quella di Emilio Bortoluzzi, scomparso dopo una lunga vita, sarebbe la mappa di una prateria nella quale galoppano i mustang e il vento piega l’erba da farla sembrare il mare.
L’immagine della corsa è il simbolo che può esprimere per lui l’aspirazione all’impegno civile che lo ha accompagnato nella vita professionale e pubblica, messa in tensione del desiderio di trarre il meglio dai doni avuti in sorte.
La materializzazione dell’invisibile in onde di colore è ciò che può figurare la sua necessità di una visione sulla natura profonda della realtà, sguardo poetico oltre la soglia dell’ordinario.
Su tutto si allarga la discrezione di una esistenza di parole sussurrate, quella “politesse extrême des habitants de Varése” che Stendhal notava e della quale lui è stato campione.
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