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OLIMPIADI IN ROSA

ETTORE PAGANI - 01/03/2018

La Coppa del mondo aveva dato fiato al sesso maschile in buona ripresa rispetto a quello femminile da un certo tempo capace di colorare di rosa la supremazia sulla neve. Le Olimpiadi hanno però sostanzialmente ridato coraggio alle femmine che in qualche caso, anche a sorpresa, hanno ripreso il sopravvento. E questo senza sminuire quanto di buono è stato fatto anche al maschile.

Il particolare, in ogni caso, passa in secondo piano rispetto al generale che proprio per il suo insieme ha parlato un’apprezzatissima lingua che si traduce in un bilancio positivo.

V a tenuto presente, infatti, relativamente alla sua specialità, quanto affermato dalla nostra Carolina (Kostner) in merito a quanto pesante fosse il valore delle varie rappresentanze alcune delle quali (Usa in testa) sono solite anteporre addirittura l’importanza dell’Olimpiade rispetto alla Coppa del mondo.

La stessa Carolina ci ha messo del suo svolgendo il suo compito “glaciale” con qualche errore insolito rispetto alla sue normali prestazioni. Giusto, quindi, rassegnarsi di fronte alla potenza avversaria tenendosi bene strette le pur meravigliose medaglie conquistate.

Venendo al particolare Fontana, Goggia, Moioli hanno fatto in modo che l’oro su uno sfondo luccicasse ancor più. Ma non è un’impressione: è la realtà di un’Olimpiade che continua come da un certo tempo a questa parte – per quanto ci riguarda: il nostro sci – a dare meraviglioso spazio alle fanciulle diventate autentiche regine di questo sport.

E se è vero che l’oro merita ogni precedenza, anche le altre hanno arricchito il tesoro sia pure in fase di contorno. Allo stesso modo vanno elogiati i maschi di buon piazzamento ma sono pochi ed è difficile comprendere la ragione rispetto a un passato di nomi spessissimo inclusi nelle pagine più radiose dello sci e pressoché in ogni libro d’oro.