Un’occasione di incontro, di riflessione, di approfondimento. All’Università Liuc Carlo Cattaneo di Castellanza ospite d’onore l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, invitato a dialogare sul tema: “Uguaglianza o disuguaglianze: solo una questione di reddito?”. La discussione, aperta dal rettore Federico Visconti, è stata introdotta dai professori Rodolfo Helg, direttore della scuola di Economia e Luca Corrazin, docente di economia a Venezia. Helg ha sottolineato come nel corso dei secoli la povertà abbia riguardato un sempre minor numero di persone anche grazie ad un sistema di mercato che ha favorito l’iniziativa individuale e il progresso tecnologico. Negli ultimi anni tuttavia la crescita complessiva ha esteso le disuguaglianze sia tra i paesi sia all’interno delle singole società. Ma, ha sottolineato Corazzin, bisogna andare oltre i semplici dati del reddito o del Pil anche perché anche gli economisti si sono arresi al fatto che, oltre certi livelli, la ricchezza non aumenta più la soddisfazione e il benessere delle persone. In una società come l’attuale acquistano sempre più peso altri valori, in particolare quelli relazionali che possono diventare una vera guida per le scelte delle persone.
Proprio su queste riflessioni si è innestato l’intervento dell’Arcivescovo. “Occorre riscoprire – ha detto – la bellezza della relazione”. Ed è risuonato molto deciso il richiamo alla responsabilità individuale di fronte ad un mondo che chiede di non essere insensibili di fronte alle necessità delle persone. Monsignor Delpini ha fatto più volte riferimento alla sapienza delle Sacre scritture invitando a non essere fatalisti, ma a sentirsi parte di un cammino della storia che ognuno di noi può e deve costruire insieme agli altri. E così è ritornato il richiamo al “buon vicinato” che aveva costituito il filo conduttore del primo discorso alla città pronunciato, come è consuetudine, nel giorno di Sant’Ambrogio. Proprio partendo dalle potenzialità e dai valori di ogni persona mons. Delpini ha invitato i giovani ad avere una visione fiduciosa dell’esistenza, ma nello stesso tempo ha richiamato i meno giovani ad essere testimoni operosi e costruttivi di una società che ha bisogno continuamente di essere sollecitata alla speranza.
Michele Graglia, imprenditore e presidente dell’Università, ha raccolto la sfida con un invito esplicito a guardare alla positività di quello che ci circonda accogliendo come valore il cambiamento e le opportunità che ci vengono offerte anche da una rivoluzione tecnologica che possiamo e dobbiamo guidare e non subire.
Da parte sua la professoressa Eliana Minelli ha sottolineato come la diversità tra le persone sia non solo una caratteristica, ma anche e soprattutto un valore. È la natura che ci ha creato uno diverso dall’altro e in questa prospettiva il nostro compito è quello di costruire una complementarietà costruttiva a 360 gradi. È in fondo lo stesso compito dell’imprenditore quello di organizzare competenze e professionalità diverse per farle collaborare all’interno dell’impresa. Significativa nel corso dell’incontro anche l’esperienza di un giovane dottorando, Niccolò Comerio, che ha condiviso le proprie preoccupazioni sulla possibilità di trovare il giusto filo d’Arianna all’interno della complessità del mondo attuale.
Un confronto aperto quindi, quello che ha animato nei giorni scorsi l’Università di Castellanza, un’università che, come ha sottolineato il rettore, si sente in dovere non solo di trasmettere un sapere, ma anche e soprattutto di allargare gli orizzonti della conoscenza e della partecipazione critica al mondo in cui viviamo. Un mondo che ha tanti problemi, ma che può trovare altrettante soluzioni se rimette al centro la persona, i suoi valori, la sua libertà e quindi anche la sua grande responsabilità.
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