Attrici del passato sono state famose, oltre che per la grande capacità recitativa, la capacità di interpretare situazioni, esprimere sentimenti, comunicare solo con uno sguardo, particolarmente per la loro bellezza esplosiva ed affascinante. Avevano tutte le doti per abbagliare i loro fans. Cosi i nostri politici, con un cammino più in salita, dovrebbero conquistare i loro supporter. Sanno blaterare, ma dal punto di vista estetico lasciano molto a desiderare (Bossi anche in gioventù ossuto e smagrunzo, eloquio primordiale con voce roca, Andreotti con i suoi scivolosi occhiali e l’accennata gobbetta si affidava molto all’ironia, Prodi subito abbinato ad un noto salume, Berlusconi, più rifatto di un sudamericano, sfoggia ora un sorriso di 64 denti; non parliamo dell’altro genere, potremmo cadere nell’offesa) per cui si affidano ad iperboliche idee e progetti per cercare d’abbagliare. E i progetti devono essere definiti con terminologie straniere, come “financial project”, progetti irrealizzabili nell’economia locale ma fantastici, appunto. Devono sembrare facili da farsi ma la cruda realtà li gela. La bacchetta magica c’è solo nella fantasia delle favole per i bimbi; gli adulti ne sono esclusi per cui dai progetti si scivola nei ” bei sogni”, ma colui che si crede buon politico deve saper osare fidando nella memoria corta della gente, che dimentica le bugie perché oberata dai grandi problemi quotidiani che deve affrontare.
Tutto questo è molto simile alle promesse elettorali che in questi giorni ci vengono rovesciate addosso con spudoratezza. O sono beoti loro con le loro frottole o ci offendono credendo noi beoti, incapaci di vedere chiaramente la realtà e capire dove una promessa è vera e dove è falsa.
Vien da chiederci anche perché i politici d’oggi ci perseguitano con tanta perseveranza. Per forza, non avendo il fascino delle attrici, rimediano apparendoci davanti il più possibile. Così succede che sei al bar; casualmente c’è una TV, stai gustando un ottimo caffè, ma sullo schermo arriva questo o quel politico, uffa! quelli “di tutti i giorni” possiamo dire. La loro presenza sugli schermi è più ossessiva e ritmica del cuculo d’un orologio svizzero, e così t’arrivano davanti per esempio un Salvini, un Renzi, un Di Maio, un Berlusconi, (ognuno di noi ha il suo politico più repellente) ed il buon caffè cambia sapore.
La colpa è dell’elettronica che ha fatto sparire la costosa tecnologia fotografica ed ha creato l’inflazione delle immagini. Ai bei tempi questa propaganda ti prendeva solo quando andavi al cinema e ti proiettavano gli spezzoni dei “film luce”. Oggi invece vivi border line del Grande Fratello che per ora ti urla addosso, ma è lì lì anche per spiarti. Per sicurezza le telecamere si stanno moltiplicando …. Ma è solo per sicurezza? Sarà pericoloso passeggiare sotto i portici cittadini in compagnia di una affascinante signora. Tua moglie lo saprà subito. Se incontrerai dopo anni la più affascinante compagna di classe del liceo, attento ad abbracciarla e baciarla; frena la tua gioia per la sorpresa di trovarla magari più affascinante di un tempo.
Torniamo ai nostri politici: sono veramente squallidi? Meno convincenti? Sembra veramente che la loro capacità di convinzione sia inversamente proporzionale al loro impegno. Che il loro intento sia proprio questo? Stufarci in modo tale che noi non si vada a votare? Di idee opposte tra di loro, sembrano però uniti nello spingerci lontano dalle urne.
Oggi molte discipline sono in difficoltà: in crisi gli economisti che si dibattono con insormontabili “chiari di luna” (come si suol dire), gli ingegneri sono dispersi in un numero incredibile di specializzazioni, i fisici litigano con i neutrini e non vengono capiti dai politici che li lasciano senza soldi scambiandoli per minatori che scavano gallerie, la ricerca farmacologica confonde i farmaci con la moneta sonante e anche le scienze della comunicazione con i politici stanno rivelandosi disastrose … O invece, come detto, è proprio questo l’intento? Ci fanno discorsi illogici così non votiamo? In effetti meno si va a votare, più loro si avvantaggiano, cambiando il rapporto tra i loro sostenitori, pochi rispetto al numero dei ben pensanti che, astenendosi, fanno diventare tanti i pochi.
I giornali parlano del “partito dell’astensione”, privo di burocrazia interna (non c’è la tessera), sostenuto dall’accidia che prevale sulla speranza di trovare il politico intelligente, capace di preoccuparsi dei problemi della nazione e non solo di quelli di una parte. Ma noi, se proprio non vogliamo votare, possiamo fare un dispetto: andare tutti al seggio, farci registrare e chiedere al presidente di mettere a verbale che rifiutiamo la scheda perchè obiettori nei confronti della legge elettorale che ci hanno imposto. Oppure possiamo dire chiaramente che nessuno è degno d’essere eletto. Lui non vuol scrivere? Deve mettere a verbale che non vuol scrivere a verbale eccetera, eccetera. Facciamo la rivoluzione dei verbali? Ora mi par d’essere accusabile di disfattismo….
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