(S) 14 febbraio, nella diocesi ambrosiana è ancora carnevale, nel resto del mondo invece dovrebbe essere incominciata la quaresima. Dovrebbe perché la stragrande maggioranza dei giovani festeggia, per di più con la scusa di un santo: san Valentino. Povera religione! Ci prestiamo ad ogni forma di consumismo; Senza dimenticare che anche questa festa arriva dai paesi anglosassoni e c’entra più con la superstizione che con la fede. Non è meglio smetterla con queste feste tarocche?
(O) Non lamentarti, tu che hai come patrono un santo vero, un martire, un atleta di Cristo che ha ispirato capolavori dell’arte religiosa, Costante è pressoché sconosciuto e Onirio non esiste nemmeno e devo rifarmi abusivamente a s. Onorio, per avere un onomastico da festeggiare.
(C) Io dico che la memoria dei santi, per quanto abbellita dalle leggende e deturpata, in rari casi, da una sovrapposizione consumistica, è importante. Tanto importante che i laici più accaniti ce la invidiano e la imitano. Non vi è capitato di sentire che lunedì scorso era la giornata mondiale dedicata a Charles Darwin? E che gli sono state dedicate commemorazioni, celebrazioni, convegni, proprio come a un santo, da associazioni di militanti ateistici, così come da università e da istituzioni scientifiche?
(S) Certo. Ma so anche che l’insegnamento dell’evoluzionismo è stato proibito in Turchia e non è certo permesso in paesi musulmani ancora più ortodossi: tutto questo non mi pare deponga contro, ma piuttosto a favore della mia invocazione di una scienza della verità, di una lotta universale alle fake news e alla loro virale diffusione su internet. Una revisione rigorosamente scientifica di tutte le conoscenze tradizionali spazzerebbe via una quantità enorme di falsità e renderebbe più facile a tutti dialogare partendo da posizioni e da storie diverse. Nell’epoca della globalizzazione sarebbe quanto mai necessario, invece quasi dappertutto si prendono i fantasmi nazionalistici e si dà loro corpo, da Trump al leader indiano Modi, dai nazionalisti polacchi e ungheresi a certi ‘intramontabili’ padri della patria della maggior parte degli stati africani fino ai miserelli ‘razzisti’ nostrani. Meno male che Papa Francesco sta dando una scossa alla Chiesa nei comportamenti e perfino in qualche preteso principio non negoziabile, senza farsi condizionare dai rimbrotti dei tradizionalisti.
(O) Acc… che sfuriata. Ma chi più di me desidererebbe un mondo perfetto, senza dubbi e senza menzogne. Ti posso assicurare che, tuttavia, non ritengo che questa perfezione possa essere imposta per legge, sia che riguardi l’origine del mondo o dell’uomo, sia che riguardi i giusti comportamenti morali. Se sottopongo al dubbio la teoria evoluzionistica, tuttavia nemmeno mi figuro il Creatore come intento a confezionare di volta in volta ogni specie di animale o di vegetale o a fabbricare un uomo di fango e a soffiargli sopra uno spirito immateriale. Dico solo che la liquidazione del passato uccide il futuro o perlomeno lo rattrappisce.
(C) Come appassionato di storia, con un po’ di presunzione potrei persino vantarmi di essere uno storico dilettante, non posso che dare un grande valore al passato e alla sua conoscenza più veritiera possibile, ottenuta anche applicando in modo rigoroso le tecniche scientifiche. Anzi è proprio utile svelare gli errori, le false credenze, le mistificazioni del passato, che, detto tra parentesi, hanno inficiato il pensiero non solo dei filosofi e dei teologi quando hanno voluto occuparsi di argomenti estranei alla loro materia, ma principalmente degli scienziati che non volevano abbandonare la teoria approvata dalla cultura dominante. Se la Chiesa subisce ancora oggi i lazzi e gli oltraggi degli scientisti per la condanna di Galileo, cosa dovremmo dire degli scienziati che si sono opposti ai grandi cambiamenti proposti dai Pasteur, dai Mendel e dagli Einstein? Occorre riconoscere che erano subalterni ad una cultura dominante, che rendeva opportunistico o ideologico il loro comportamento. Allo stesso modo lo studio ‘scientifico’ della storia della Chiesa non può danneggiare, bensì giovare alla Chiesa stessa, che, proprio per la sua pretesa di essere portatrice di una verità ultima, trascendente, deve distinguere ciò che magari suggestivo, poetico, affascinante da ciò che deve essere ritenuto per VERO, anche se come oggetto di fede e non di dimostrazione scientifica. Do atto volentieri a Sebastiano della fatuità della devozione a san Valentino, ricordando invece che la Chiesa celebra proprio il 14 febbraio due grandi santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi e quindi cofondatori di quella che chiamiamo giustamente civiltà europea.
Per tornare a Darwin, mi sarebbe piaciuto ascoltare convegni e commemorazioni, proprio per confermarmi nella convinzione che la scienza procede per tentativi ed errori e che le grandi teorie non sono molto più che sistemazioni provvisorie delle conoscenze di un certo periodo, destinate ad essere superate da nuove ricerche e nuove interpretazioni. Mi resta il dispiacere di vedere quanto sussista anche in istituzioni assai prestigiose il pregiudizio di una irriducibile opposizione tra fede e scienza, proprio in un tempo in cui il vero nemico della scienza è quella forma di potere costituita dall’ideologia del profitto e dell’egoismo individualistico che domina i rapporti tra le persone e condiziona l’economia, il lavoro, il benessere, il desiderio di felicità.
Per uno strano caso qualcuno chiama questa modalità di rapporti umani ‘darwinismo sociale’. Anche nella santificazione degli scienziati occorre prudenza.
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante
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