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Sport

MERCATO MODIFICATO

ETTORE PAGANI - 09/02/2018

basketPoteva sembrare, a chi scrive, la scoperta dell’acqua calda ma, nei fatti, rimaneva quasi di impossibile attuazione.

Ci si riferisce al più volte ripetuto, da queste pagine, concetto dell’improduttività e inutilità di quella – oramai ritenuta indispensabile – forma di mercato posto in essere dalle società – nel basket – con assunzioni di stranieri più a naso che a fiuto.

Sembrava, insomma, la scoperta dell’acqua calda – si diceva – quella della opportunità di dirigere il mercato anche, e soprattutto, su elementi nazionali senza peraltro escludere qualche provenienza straniera debitamente studiata lasciando da parte acquisti mai esaminati in precedenza basati su indicazioni solo fruttuose per improvvisati procuratori.

Era facile, insomma, la critica ma per nulla considerata nell’ambiente.

Ora sono scattate le manette sotto forma di una disposizione che impone che una determinata parte degli acquisti dovrà venire da società italiane.

Meglio tardi che mai!

Del resto la possibilità di “vedere” prima di operare una scelta non può certo decretare dubbi.

In compenso a sottolineare la validità della modifica stanno le molte penose prestazioni che il precedente mercato aveva in buona parte fornito.

Dunque, pare si sia trovata la strada giusta che, del resto, è il caso di ripeterlo, era semplicemente più logica.

I risultati dell’errore di questi ultimi tempi è sotto gli occhi di tutti concretatosi sui vari campi in un basket mediocre con impressionanti riflessi anche sulla nazionale.

In ogni caso la differenza tecnica rispetto al passato è stata enorme. Allora si girava lo sguardo sulle formazioni avversarie per scegliere giovani o – avendo possibilità economiche – anche giocatori già affermati per rafforzare un reparto piuttosto che un altro, e si poteva, per esempio, per quanto riguardava il basket varesino, raggiungere risultati totali di grande valore (Ignis docet) o studiare opportunità di pescare giovani promettenti, tutto però, stando sempre lontani dall’improvvisazione fatta di sorprese.

La nuova interpretazione o meglio il richiamo della vecchia, sembra finalmente concretarsi verso il meglio.

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