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Spettacoli

FINIS EUROPAE

FRANCESCO BORRI - 26/01/2018

finisL’Europa, una storia di uomini e di guerre, le sue crisi culturali in due domande angosciate: “Ma che cosa è l’Europa, ferita e percorsa da trincee, sporca del sangue di milioni di suoi figli? Ma soprattutto: l’inizio della guerra è il suicidio di un continente, di una cultura e di un mondo?…”.

Si intitola così, Finis Europae, l’atto unico che verrà presentato mercoledì 2 febbraio nella sala Montanari di Varese (ore 21), in via dei Bersaglieri 1, per iniziativa della sezione varesina dell’Associazione nazionale grandi invalidi e mutilati di guerra: una drammaturgia di Sergio Di Benedetto con Matteo Bonanni, Alessio Gigante e Angelo Zilio (regia di Fabio Sarti) e curata dalla compagnia Exire.

Prima guerra mondiale, ottobre 1918. Un giovane ufficiale italiano, il tenente Lorenzo Minelli, e il suo attendente, il soldato Romedio Rinaldi catturano un colonnello austriaco, Joseph von Stainach: i tre uomini trascorrono una notte dentro una baita abbandonata, nei pressi della linea dei combattimenti, in attesa dell’alba, per riprendere poi il cammino verso il comando d’armata italiano.

Forse hanno smarrito il sentiero, forse sono inseguiti dagli austriaci, forse il prigioniero non è chi dice di essere. Di sicuro sono tre uomini con anni di conflitto sulle spalle, con una propria storia, proprie motivazioni, proprie speranze. E tutto si fissa in un tempo fermo, isolato dal resto del mondo, una tregua dai flutti della violenza, un tempo per un confronto serratissimo tra i personaggi: che cosa ha prodotto la guerra, nell’Europa e nell’animo di ognuno?

Che cosa è, dunque, l’Europa, tra i sogni ottocenteschi del colonnello, sostenitore di un Impero in decomposizione, il nazionalismo del tenente, la comunità contadina di Romedio… In scena ci sono tre militari che consultano mappe e discutono di battaglie. Si trovano a fare i conti con la fine di un’epoca, tre visioni diverse del futuro e del passato. Tra Shakespeare e Baudelaire, Dante e Hölderlin, Beethoven e Buffalmacco, Schiller e la sapienza che ritma i suo giorni con le vendemmie e la scannatura del maiale.

Finis Europae: un ricordo del tempo di ieri, della fine di un Impero e di un’idea di Europa, ma soprattutto un modo per fare memoria guardando all’oggi, alle terre di un continente ancora percorso da tensioni, frontiere, delusioni e utopie.

Sergio Di Benedetto, l’autore dell’atto unico, già insegnante di lettere, è attualmente assistente di Letteratura Italiana all’Università della Svizzera Italiana di Lugano. Studioso di poesia del Rinascimento e di narrativa novecentesca, ha all’attivo diverse pubblicazioni scientifiche. Matteo Bonanni, Alessio Gigante e Angelo Zilio sono tre attori impegnati in diverse realtà teatrali, Fabio Sarti, regista e a sua volta attore, si è formato alla Compagnia Nuova di Monza e ha lavorato nei più importanti teatri del Norditalia.

Finis Europae è presentato come il secondo capitolo della Trilogia del Centenario, prodotta dalla Compagnia Exire. Ogni sua parte è autonoma, ma al tempo stesso un filo sottile lega l’oggi allo ieri. Un’occasione culturale di spettacolo e anche l’opportunità per una riflessione su un dramma del passato che si ripercuote con le sue contraddizioni e le sue crisi, all’apparenza irriducibili, sul nostro presente e forse sul nostro futuro.

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