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Pensare il Futuro

LAVORO MINORILE

MARIO AGOSTINELLI - 26/01/2018

minorileIl mondo sta perdendo la battaglia contro il lavoro minorile. La IV Conferenza mondiale sull’eliminazione del lavoro minorile, che ha richiamato a Buenos Aires quasi 2000 delegati da 190, ha lasciato molte dichiarazioni di buone intenzioni ma nulla da celebrare.

Il lavoro minorile è in declino troppo lentamente, nel mezzo di una crescita senza precedenti delle migrazioni e delle evacuazioni forzate che aggravano la situazione.

Tra i 17 Obiettivi di Sviluppo sostenibile (Sdg), si afferma che il lavoro minorile in tutte le sue forme deve essere sradicato entro il 2025. Per la prima volta, questa Conferenza ha riconosciuto che il lavoro minorile è per lo più concentrato nell’agricoltura e sta crescendo: mentre i numeri generali per il lavoro minorile sono diminuiti da 162 milioni a 152 milioni dal 2013, nelle zone rurali il numero è cresciuto: da 98 a 108 milioni. I bambini vengono usati perché sono la forza lavoro più economica e entrano ne gioco dell’economia “nera” dove non c’è retribuzione, in zone dove lo stato non esiste.

Secondo l’Oil, il 71% del lavoro minorile è concentrato nell’agricoltura, e il 42% di quel lavoro è pericoloso e viene effettuato in imprese familiari. Ci sono anche differenze di genere. Mentre è comune che i bambini siano esposti a pesticidi che possono influire sulla loro salute, le ragazze di solito devono lavorare di più sulle faccende domestiche. Per questo In India, ad esempio, molte ragazze ricevono meno cibo dei ragazzi.

I bambini erano in particolare assenti dall’affollato evento: la loro voce è stata ascoltata solo attraverso la presentazione del documento “It’s Time to Talk”, il risultato di ricerche condotte da organizzazioni della società civile, che hanno intervistato 1.822 bambini di età compresa tra 5 e 18 anni che lavorano in 36 paesi.

Lo studio ha rivelato che i bambini che lavorano lo fanno principalmente per aiutare a sostenere le loro famiglie e che la loro principale preoccupazione sono le condizioni in cui lavorano. Si sentono bene se il loro lavoro consente loro di continuare a studiare, se possono imparare dal lavoro e guadagnare denaro; e diventano frustrati quando la loro educazione è ostacolata, quando non sviluppano alcuna abilità o la loro salute ne risente.

Non esiste una soluzione globale a questo problema, ma le cause strutturali possono essere risolte solo localmente, a seconda delle circostanze economiche, culturali e sociali di ciascun luogo.

Occorre poi tenere conto che i conflitti armati, che riguardano 250 milioni di bambini, stanno aggravando la situazione del lavoro minorile. I conflitti armati moderni usano i bambini come se fossero materiali usa e getta. I bambini non sono più alla periferia dei conflitti ma al centro. Ci sono stati 750 attacchi contro le scuole nel mezzo di un conflitto armato nel 2016, mentre quest’anno ne ha registrati 175 al mese.

Naturalmente sono grandi complici di queste tragedie le multinazionali e i governi. Ma la verità è che i complici stanno tutti dalla parte del profitto e dello sfruttamento, anche purtroppo a livello familiare

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