Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Divagando

MOLINA’S

AMBROGIO VAGHI - 26/01/2018

molinaNovità nella storia del Molina? È questa la domanda che ci è capitato diverse volte di sentire da parte di varesini attenti ai problemi della città. Telenovela, la parola più usata. Se non che le sorprese, i colpi di scena, negli sceneggiati lasciano il tempo che trovano. Continue, brillanti ma tranquille. Suscitano al massimo qualche patema d’animo a spettatori deboli di cuore.

Non cosi purtroppo vanno le cose dell’istituto geriatrico che ci è tanto caro. I continui ribaltoni nella direzione sono per nulla innocui. Gli scossoni lasciano il segno a danno della stabilità necessaria a una corretta gestione. Non solo, il Molina che da sempre vive anche grazie ai lasciti e alle donazioni di tanti benefattori, ne subisce un danno di immagine, proprio da evitare. Qui le responsabilità di tutti gli attori della vicenda appaiono pesanti.

I precedenti avanti e indrée sono noti. Fermiamoci all’ultimo. Il 5 gennaio il Tar della Lombardia, dopo mesi di tergiversazioni, accoglie il ricorso del dottor Christian Campiotti e lo rimette alla presidenza. Via il commissario dottor Carmine Pallino, nominato e riconfermato dalla Regione a seguito dei finanziamenti concessi a gestori di una nota emittente locale.

Rientra Campiotti accolto con banda e striscioni di benvenuto come avviene tra i tifosi delle curve Nord negli stadi calcistici (cattivo gusto che forse andava evitato). Subito il rientrante dimostra attivismo stakanovista. Una fretta dettata dai timori di avere poco tempo a disposizione? Annulla delibere prese dal commissario quali lo sfratto di Varese Alzheimer mentre altre ne assume, attese da tempo, a favore dei diritti sindacali del personale. Tutti i timori si rivelano fondati. Infatti il 13 gennaio il Consiglio di Stato, su ricorso della Regione, blocca la decisione del Tar della Lombardia e immediatamente reintegra il commissario. Che si rimette in pista, annulla quanto di non gradito ha deliberato giorni prima l’ex presidente e annuncia di volerlo querelare per alcune sue affermazioni.

Scoppiano le polemiche in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci definitivamente (per ora ha disposto una sospensiva ) e che i cultori di diritto amministrativo riescano a capire perché il Tar ha dato ragione a Campiotti una prima e anche una seconda volta, ma per ragioni opposte.

Egli denuncia ai suoi danni un complotto politico che non avrebbe nulla a che fare con la gestione della Fondazione Molina. Intanto incombono procedimenti giudiziari di ogni tipo, amministrativo, civile, e addirittura penale, i cui esiti possono stravolgere la normale gestione di una Fondazione dalla quale dipendono sia il buon trattamento di oltre 500 anziani ricoverati sia la buona sorte di altrettanti e più dipendenti sanitari e amministrativi.

Deve continuare questa instabilità? Le forze politiche possono dare una esauriente risposta al tormentone: oggi a me, domani a te, dopodomani… vedremo. Fino a quando ? Con Campiotti che intende restare fino alla scadenza del 2020 e la Regione che intende mantenere una sua gestione attraverso un commissario straordinario che tende a diventare ordinario? Cosa fare per restituire alla città una gestione autorevole fatta da persone rappresentative?

Perché, questo è un fatto, coloro che oggi vanno e vengono alla testa della Fondazione rappresentano solo loro stessi. I consiglieri designati da Lega Nord e Forza Italia sono stati sfiduciati dai partiti di riferimento. Da parte sua il commissario inviato a Varese, uomo di fiducia dell’ex presidente della Regione Roberto Maroni, ha fatto discutere per l’iniziativa di creare una casa di riposo esclusiva per anziani cuochi ed una scuola di alta specializzazione per nuovi cuochi. A proposito, quali impegni egli ha assunto con Gualtiero Marchesi recentemente scomparso ? E per quanto tempo ancora pensa di proseguire nel suo mandato? La risposta potrebbe darla anche Maroni, mai estraneo alla partita e tutt’ora presente nel Consiglio Comunale di Varese.

 Insomma possiamo protrarre questa vicenda fino all’anno 2020, cioè alla scadenza del mandato a Campiotti e al resto del cda? Si pronuncino gli schieramenti politici e civici che siedono a Palazzo Estense. Solo loro possono in modo unanime invitare il presidente e i consiglieri della Fondazione Molina a farsi da parte per chiudere col passato, favorire il rinnovamento e garantire la stabilità necessaria.

Lo stesso Campiotti, avuta soddisfazione personale dal Tar della Lombardia per il favorevole esito del suo ricorso, potrebbe fare un passo a lato lasciando l’incarico. Un atto di generosità e responsabilità verso Varese. Ovviamente un atto richiesto a tutti gli attuali consiglieri del Molina compreso il rappresentante della Chiesa, che potrebbe dare l’esempio dimettendosi per primo. Sarebbe il solo modo concreto per far cessare il lungo regime del commissario e consentirne il rientro a casa. Magari anche coi nostri ringraziamenti.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login