Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Parole

PENSARE

MARGHERITA GIROMINI - 12/01/2018

Auguste Rodin, il Pensatore

Auguste Rodin, il Pensatore

Sono grata al teologo Vito Mancuso per avermi sollecitata su questo tema, proprio a ridosso dell’anno appena iniziato, grazie al regalo del suo libro “Il bisogno di pensare”.

Pensare è indispensabile per continuare a nutrire il pensiero.

Pensare non è una velleità, nemmeno una possibilità come un’altra, è un bisogno ineludibile, “un’urgenza che nasce da dentro e che lo rende strettamente imparentato con il desiderio e che per questo è caldo, ardente, potenzialmente creativo”.

Chissà se pensare troppo può far male, mi sono chiesta nei giorni di serena tranquillità delle festività natalizie, periodo in cui le giornate sono troppo brevi per vivere all’esterno e le prolungate ore di buio spingono a concedere più spazio alla vita interiore.

La produzione continua di pensieri, di immagini, di preoccupazioni, di ipotesi potrebbe inibire la capacità di riflettere. Soprattutto quando al pensiero si affacciano tanti messaggi, che hanno forma e sostanza diverse tra loro: da quelli della quotidianità a quelli legati alle proprie credenze o ideologie, fino ai pensieri meno nobili, generati dall’ansia di guadagno o dal bisogno di sopraffare l’altro.

Percepisco come faticoso il lavorio mentale quasi ininterrotto che caratterizza molti di noi, creature dell’Occidente, trascinate nel vortice di un attivismo che lascia poco spazio al vuoto mentale, pure necessario.

Suggerisce Mancuso che senza il pensiero l’uomo rischierebbe di vivere come un ramo trasportato dalla corrente, incapace di imprimere una direzione al proprio essere e di scalfire la superficie della realtà che lo contiene. Come l’ospite di un buffet che mentre si preoccupa solo di ingozzarsi, si fa sfuggire il senso di ciò che i convenuti si trovano a festeggiare.

Dopo aver esplorato i temi della passione, dell’amore, della libertà, Mancuso riflette sul fatto che non c’è futuro per l’umanità, né vita umana per l’uomo, senza il pensiero.

È ora di imparare a “ben pensare”.

Due sono le disposizioni fondamentali del pensare: una pars construens, che produce saggezza e sapienza e si esprime mediante azioni quali osservare, ponderare, considerare, riconsiderare, analizzare, riflettere, meditare. Una modalità che genera un pensiero “sorgivo”, cioè capace di creare e di muovere a intuire, ideare, scoprire, creare.

La parte volta alla distruzione, quella destruens, è dominata dal caos che scompagina la logica e sceglie la funzione critica. Ricorre ad azioni quali criticare, disapprovare, investigare, attaccare, contestare, stigmatizzare, stroncare, demolire.

Sta a noi capire, e poi decidere, se vogliamo nutrire una parte del pensiero a discapito dell’altra o se invece vogliamo mantenere in equilibrio le due parti.

Gli esseri umani hanno bisogno di pensare, Mancuso sottolinea, bisogno e non necessità.

La necessità è esterna a noi, governata dall’urgenza: di procurarsi cibo, calore, riparo, ciò che ci manca per vivere o sopravvivere. Mentre il bisogno è una spinta che nasce da dentro e ci procura il desiderio di comprendere il senso più profondo dell’esistenza.

Mancuso richiama Aristotele che distingueva tra cose necessarie e cose buone: le prime vengono cercate perché servono alla vita, come ad esempio, il denaro; le cose buone sono desiderate e volute per se stesse, per il piacere che ci offrono, per l’amore che rivelano con la loro stessa presenza, come ad esempio, la foresta o il mare.

Ho trovato suggestiva la sottolineatura dell’assonanza tra le parole sogno e bisogno, pure in assenza di qualunque fondamento etimologico: sogno deriva dal latino, bisogno dall’antico germanico.

Ma ci piace, anche a me piace pensare che il bisogno (di pensare, appunto) sta accanto al sogno e alla sua capacità di generare utopia.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login