A uno stadio freddo e deserto fa contrasto un punto colorato, sembra di biancorosso, quasi un vessillo. Ma tale non può essere e avvicinandosi alla tribuna a mano a mano prende forma sembra – anzi è – Babbo Natale.
Immerso in una tristezza che quasi gli fa ombra sul viso sta mormorando tra sé e sé: “Possibile che questo sia lo stadio della squadra dei miei colori? Glielo ho dati io sia il bianco sia il rosso dopo una lieve apparizione di un lilla spentosi in poco tempo. Possibile che questo sia diventato il regno delle incertezze e delle delusioni quando non addirittura delle possibilità che tutto si squagli al sole come la neve del mio bianco? E il rosso dove l’hanno lasciato questi varesini? Il rosso dell’amore di tutta la città per la propria squadra dove è finito?
Dice una voce priva di vita, quasi eterea: “Tu che con un’occhiata verso l’alto potresti dire alla Madonna del Sacro Monte: “Cosa ci fai lassù? Ti stai appisolando? Prendi la tavolozza dei colori e dai una pennellata a quello sbiadito ed incerto bianco rosso che è rimasto”.
“Si fa in fretta a dirlo“ replica Babbo Natale. “Oltre tutto è nera. Di colori sgargianti si intende poco”.
“D’accordo ma se non ci provi tu chi deve intervenire? L’unico a fare qualcosa con un colpo di bacchetta magica visto che con i fatti a nulla si approda… Mica potrò rivolgermi al Padreterno?”.
“Sono io! Ci sto provando ma da solo non ce la faccio! Ti saluto e non prendere freddo”.
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