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Attualità

LA STELLA PIÙ SPLENDENTE

LUISA NEGRI - 22/12/2017

branchesiLa vera stella del Natale 2017, che splende di luce propria, è Marica Branchesi, ricercatrice al GSSI (Gran Sasso Science Institute) e astronoma urbinate.

Quarant’anni, due figlie e un marito conosciuto in California, che condivide la stessa passione verso l’astrofisica, è balzata agli onori della cronaca fin dallo scorso agosto per gli studi sulle onde gravitazionali condotti attraverso il progetto Virgo.

Virgo, il rilevatore collocato in provincia di Pisa, uno dei tre che operano nel mondo, ha registrato interessanti informazioni sulle onde gravitazionali. Rumori e vibrazioni, in parole povere, prodotti dalla fusione di due buchi neri, avvenuta milioni di anni fa. L’argomento è tanto importante che già Newton, nel ‘600, ci ragionava sopra. Analogo interesse aveva manifestato Einstein e come lui anche recenti premi Nobel.

Ad accorgersi di Marica è stata la celebre rivista Nature che l’ha inserita nella lista dei dieci ricercatori più influenti del mondo, non solo per la capacità di studio, ma anche per aver saputo mettere in comunicazione e dialogo tra loro astronomi e fisici, contribuendo a costruire una squadra internazionale di altissimo livello. Perché la magia dei ricercatori, lo ha dichiarato di recente anche il regista Valerio Jalongo, autore del film Il Senso della Bellezza -che racconta il CERN sul grande schermo- sta proprio nel saper dimostrare come si possa raggiungere risultati meravigliosi lavorando tutti assieme ad uno stesso scopo.

Bombardata dai media, la sorridente e garbata Marica ha mostrato massima umiltà e insieme fermezza: quella di chi, ben sapendo, professa un atteggiamento non inquinato da sussiego. Usando la sua nota determinazione, ha richiamato alla necessità d’impegnarsi nella ricerca, fornendo gli indispensabili mezzi, non solo in quanto la cosa serve in sé a raggiungere risultati più avanzati, ma soprattutto perché far progredire la scienza vuol dire migliorare la nostra esistenza materialmente e spiritualmente.

Le fa onore anche la sua scelta di vita. Migrata all’estero e sbarcata In California -dove i mezzi a disposizione son ben altri, e forniti in anticipo quando si hanno progetti da realizzare- appena ne ha avuto la possibilità Marica ė rientrata in Italia. Ha preso col marito una decisione che non le ha ancora garantito la certezza economica, ma le ha consentito di riportare, oltre che il cervello, il cuore in patria.

La strada, aperta da questi nuovi risultati sullo studio delle onde gravitazionali, che prevede una serie di importanti progetti a lungo termine, avvicina ancor di più alla magia della scienza, che i profani annusano da lontano non senza un pizzico di perplessità e un grande senso di inferiorità verso chi vi si applica. Ma puntualmente quel qualcuno che s’azzarda a definirli progetti ““campati in aria”, architettati da scienziati pazzi, deve poi finire per ammettere che tutto combacia perché, se la matematica non è un’opinione, neppure la fisica lo è.

Vale insomma la pena di guardare con più fiducia anche alle stelle -ce lo dimostra Marica- e darsi da fare per penetrare nella scatola magica dell’universo, dove i misteri da svelare non finiscono mai e tutti sembrano confluire in un più grande Mistero.

La bella storia di Marica ha in sé più note positive: perché non è scontato conciliare, oltre che il proprio lavoro -raggiungendo risultati di altissimo livello- e l’essere donna e madre, professionalità e intelligenze altrui disperse per il mondo in un lavoro di squadra. I sogni insomma possono diventare realtà se si condividono, prima ancora che per stabilire dei traguardi eclatanti, per il progresso dell’umanità.

Grazie Marica, possiamo chiudere questo 2017, che per tanti non è stato troppo facile, con un pensiero positivo. Rivolto a te e alle tue buone stelle. E con nuove speranze.

“Solo lo scienziato -sono parole del poeta Allen Ginsberg- è vero poeta: ci dà la luna, ci promette le stelle, ci farà un nuovo universo se sarà il caso”.

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