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Souvenir

SEGRETA BELLEZZA

ANNALISA MOTTA - 15/12/2017

presepeMa voi l’avete mai avuto un presepe di carbone?

Mentre assemblo il paesaggio di un’improbabile Palestina, fatto di cortecce e muschio cosparso di farina gialla e sassolini – ricetta tradizionale del nostro presepe – penso che forse sarebbe ora di cambiare stile. Passare alla creta, al polistirolo, al velluto, alla plastica riciclata, alla carta crespa … che ne so?

E di colpo mi vedo davanti uno scenario magico e lievemente inquietante, di tanti anni fa: il presepe che il nostro portinaio, l’Emilio, faceva ogni anno con i pezzi del carbone bruciato raccolti in caldaia, con pazienza e arte sopraffina.

“Un tempo non si buttava niente”, ecco che dico la mia banalità. Ma avreste dovuto vederli, questi presepi, che riempivano di desiderio e invidia i bambini di tutto il palazzo. Perché non credo che lo sappiate, ma il carbone bruciando si trasforma in grossi pezzi di materia porosa, compatta e bluastra, lucida e riflettente come l’acciaio, un ghiaccio scuro e alieno (si chiama “marogna”, ma allora non lo sapevamo). Ci sono spigoli e piani levigati, ci sono bolle scoppiate e cavità accoglienti, superfici scabrose e impervie. Il chiarore delle ghirlande di lucine strappa al carbone bruciato mille iridescenze, in un paesaggio vulcanico altrettanto assurdo – per un presepe – delle mie cortecce di pino: ma ne fa un contorno da fiaba. E attenti a toccarli, questi pezzi bruniti: sono taglienti come coltelli, si devono maneggiare con cura e disporre con garbo, per fare da montagna vagamente partenopea al largo pianoro di Betlemme. Dove le modeste statuine di gesso trovano un grembo unico e fantasmagorico.

Il carbone è stato bandito, almeno in Italia e almeno nelle caldaie condominiali: altamente inquinante, assolutamente dannoso, sia per chi lo respira che per chi lo estrae dalla pancia della terra. Ci ricorda l’industrializzazione selvaggia di fine ‘800, la Cina peggiore, lo sfruttamento dei minatori, e tanta tanta letteratura, da Ciàula che scopre la luna a Com’era verde la mia valle…

Meno male che oggi si va a metano.

Brutto e cattivo, il carbone: ma capace di segreta bellezza.

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